Salviamo i nostri Marò

Salviamo i nostri Marò
I nostri due militari devono tornare a casa

Siamo contro ogni genere di Discarica nel nostro Territorio!

domenica 31 gennaio 2010


Bloody Sunday. 30 gennaio 1972


Il 30 Gennaio 1972 a Derry, in Irlanda del Nord, l’esercito britannico fece fuoco e uccise 14 cittadini inermi che partecipavano ad una marcia per i diritti civili. Questo evento, che venne battezzato con il nome di “Bloody Sunday” (Domenica di sangue), fu un passaggio cruciale nella travagliata storia moderna dell’Irlanda: il conflitto si trasformò in guerra civile, sull’onda di quella tragedia molti giovani furono spinti ad entrare nelle file dell’I.R.A. e viene avviato un ciclo di violenze che durerà venticinque anni.

"Oggi Pomeriggio hanno sparato a 27 persone in questa città. 13 sono morti in seguito alle ferite. Erano innocenti, noi c'eravamo. Questa è la nostra Sharpville. Questo è il nostro massacro di Amritsa. Un momento di verità e un momento di vergogna. Voglio dire solo una cosa al governo inglese. Sapete quello che avete fatto, vero?
Avete distrutto il movimento per i diritti civili.
E avete regalato all'IRA la più grande vittoria che abbia mai avuto. Tutti in questa città da stanotte giovani, ragazzi si arruoleranno nell'IRA e voi ne pagherete le conseguenze. Grazie."
(Ivan Cooper, Leader del Movimento per i Diritti Civili)

Patrick Joseph Doherty, 31 anni
Gerard Vincent Donaghy, 17 anni
John Francis Duddy, 17 anni
Hugh Pius Gilmore, 17 anni
James Gerard McKinney, 35 anni
William Anthony McKinney, 26 anni
Kevin Gerard McElhinney, 17 anni
Bernard McGuigan, 41 anni
Michael Martin McDaid, 20 anni
Michael Gerard Kelly, 17 anni
William Noel Nash, 19 anni
James Patrick Wray, 22 anni
John Pius Young, 17 anni
John Johnston, 59 anni

"Tutti avete visto. Voi giornalisti inglesi, tornate dal vostro popolo, dal vostro governo e raccontate a tutti cos'è accaduto per le strade di Derry in nome dell'Inghilterra."

Due giorni dopo la Domenica di Sangue il governo inglese istituì una commissione d'inchiesta presieduta da Lord Widgery, Presidente della Corte di Giustizia. Lord Widgery ritenne veritiera la versione fornita fall'esercito inglese
secondo cui i soldati erano sotto al fuoco degli uomini dell'IRA quando fecero irruzione nel Bogside.
La sua conclusione fu che esistevano fondati sospetti che alcune vittime fossero armate e quindi il comportamento dell'esercito fu assolutamente giustificato.
Nessuno dei soldati che sparò nella Domenica di Sangue è mai stato punito. Gli ufficiali che pianificarono e guidarono l'operazione furono decorati dalla regina.

30 GENNAIO 1972.

Un giorno che fa parte della storia.
Un giorno in cui morirono degli innocenti.
Quando fu sacrificata la verità
e per molti la vita cambiò per sempre.

BLOODY SUNDAY.

Antonello Voce
presidente di Azione Giovani Scandale.

sabato 30 gennaio 2010

Giorgia Meloni: meritocrazia e opportunità – Proposta l’istituzione in città di una “Scuola per il management e la creatività del Mediterraneo”


Un ministro in città. Una scena poco usuale, a dire il vero. Ancor di più se si pensa che il ministro in questione – Giorgia Meloni – ha compiuto 33 anni da due settimane esatte. La responsabile del dicastero della Gioventù arriva a corso Mazzini intorno alle 15. La mattinata l’ha trascorsa a Reggio, per l’importante riunione di governo che s’è tenuta in riva allo Stretto. Sulle sponde del Crati, invece, l’attende l’incontro “Generazione creativa” con Fausto Orsomarso e altri dirigenti locali del Pdl, come Giacomo Mancini, Vincenzo Adamo (capogruppo a Palazzo dei Bruzi), Sergio Strazzulli (capogruppo 3. circoscrizione) e Angelo Brutto (responsabile provinciale “Giovane Italia”). Orsomarso e la Meloni, del resto, hanno condiviso un percorso politico che affonda le sue radici nelle vecchie formazioni “under 30″ di Alleanza Nazionale. Dunque, quale occasione migliore per lanciare la candidatura al consiglio regionale di un amico? «In questa sfida delle Regionali – afferma la Meloni – tengo particolarmente alla Calabria e alla realtà cosentina, perché qui si sta materializzando una storia che noi abbiamo costruito e difeso. Il comprendere che si stanno mettendo dei mattoncini importanti ci aiuta rispetto alla stanchezza e alle privazioni che la politica comporta. Stiamo vincendo la sfida più bella che la politica possa regalare, che non è mai la sfida a sostegno di una bandiera ma la trasformazione di quella stessa bandiera in qualcosa che possa cambiare la vita delle persone». Il ministro della Gioventù, poi, reagisce agli stereotipi che etichettano i ragazzi del Sud come svogliati e disinteressati rispetto alla vita pubblica in genere: «È vero che, in Calabria, lo 0,9 per cento dei giovani impegnati in politica rappresenta una cifra molto bassa, ma non bassissima rispetto al passato. Bisogna però guardare anche ai ragazzi impegnati nel terzo settore e nel volontariato, capendo che ci troviamo di fronte ad una generazione coraggiosa. Oggi non c’è più il boom economico, ci sono molte meno opportunità e l’era della precarietà spingerebbe molti a dedicarsi solo a se stessi. Invece c’è chi ha ancora il coraggio di pensare anche agli altri». La Meloni, con il suo inconfondibile accento capitolino, batte il tasto sulla necessità di potenziare le pari opportunità, soprattutto in territori svantaggiati come il nostro. «Non bisogna costruire – sottolinea il ministro – uguaglianza in arrivo, come si è fatto nel passato, ma dal punto di partenza. E per fare questo bisogna abbattere le rendite di posizione. Ai giovani deve essere ben chiaro che non ci devono essere né scorciatoie né raccomandazioni». Il ministro ha anche evidenziato quanto sia importante la valorizzazione della cultura d’impresa, a fronte dei tanti ragazzi che sognano di aprire un’attività in proprio. Ma la condizione imprescindibile per realizzare tutto questo non può che essere il superamento delle disuguaglianze generate da un sistema che spinge oggi, come affermato da Fausto Orsomarso, oltre 65 mila giovani calabresi a lasciare la propria terra. Da questa consapevolezza nasce il progetto di aprire a Cosenza una “Scuola per il management e la creatività giovanile”. Un piccolo ma importante passo per cercare di fermare quell’emorragia di esperienze, capacità e intraprendenza che rende la Calabria e il Cosentino sempre più poveri.

Fonte: Gazzetta del Sud

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

giovedì 28 gennaio 2010

Ministro Meloni: “Chi non vuole il Crocifisso se ne vada all’estero”.




Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni (Pdl), presente alla convention del Popolo della Libertà ad Arezzo, si è espressa con durezza sulla questione del Crocifisso negli uffici pubblici. “Sono stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un Crocifisso nelle scuole” ha affermato, sostenendo che “La maggioranza degli italiani lo vuole e questo vale anche per uno stato laico. Se qualcuno si offende, - continua - consiglio di prendere in considerazione l’idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo”. Il ministro Meloni ha aggiunto: “Noi rispettiamo le idee e le credenze di tutti, ma chiediamo lo stesso rispetto da chi viene a vivere in Italia. Non c’è nessuna minaccia in valori come il rispetto”.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

martedì 19 gennaio 2010

INTERVISTA A JAN PALACH - PRIMAVERA DI PRAGA 1969.


Il video dell'intervista a Jan Palach fattagli prima che morisse dopo te giorni di agonia in ospedale. Queste immagini sono tratte dal video presente all'interno della mostra "La primavera impossibile. Praga 1968", esposta all'interno dell'edizione 2008 del Meeting di Rimini. Il video raccoglie stralci di un documentario andato in onda nel maggio 2008 sul secondo canale della Televisione Ceca.




Jan Palach: PRESENTE!

Il fallimento del centrosinistra.

di Gianfranco Turino.



Siamo alle porte di una nuova campagna elettorale, ma ci troviamo davanti ai soliti vezzi di questa politica che tenta in tutti i modi di allontanare la gente comune da essa.
Ancora non è cominciata la bagarre elettorale, ma si possono già ricavare i primi dati reali.
Il primo dato, amaro anche per chi milita dall’altra parte, è la morte del sogno del Partito Democratico. Il partito che doveva raccogliere l’eredità culturale del riformismo europeo e che ha fatto della partecipazione popolare il suo cuore pulsante, è oggi crollato su se stesso, distrutto dalle proprie lacerazioni interne e dalla totale assenza di un chiaro progetto politico che potesse andare al di la del antiberlusconismo.
La decisione di non effettuare le primarie in Calabria è il certificato di avvenuto decesso. Quando si decide di violentare la base ideale di un partito per puri interessi elettorali, significa che quel partito non ha più motivo d’essere, significa che tutto ciò che si è raccontato fino a ieri fa parte di quella “politica parlata” che niente ha a che fare con i valori, con i programmi e soprattutto con le esigenze del proprio popolo.
Il PD ha tradito prima di tutto se stesso e poi tutte quelle persone che hanno sperato e creduto in esso.
Ma il fallimento del PD, almeno in Calabria, era un atto annunciato. Quando un partito non ha il coraggio di dire che una propria amministrazione ha fallito, quando un partito non ha la forza di rinnovarsi e registrare il fallimento di un’intera classe dirigente, quando succede tutto questo significa che quel partito non ha più la capacità di rappresentare il proprio popolo.
La cosa che appare strana anche agli osservatori più distratti è che i segnali di questo fallimento erano chiari ed evidenti da tempo. Quando lo stesso governatore Loiero, all’inaugurazione dell’elisoccorso a Cirò Marina, parla del nostro territorio come di un “territorio dimenticato” e annuncia, dopo 5 anni di governo della regione, che finalmente c’è qualcuno che pensa a questa zona, accettiamo di buongrado l’autocritica, ma ci sentiamo presi in giro dalle dichiarazioni di interesse verso i nostri problemi. Quando lo stesso on. Sulla, assessore regionale della Giunta Loiero, dichiara che i suoi suggerimenti sulla sanità non sono stati accolti dalla sua giunta e che il fallimento della sanità regionale era stato da lui preventivato per tempo, accettiamo, anche questa volta, l’autocritica, ma ci sentiamo nuovamente presi in giro da chi poteva fare e non è stato in grado di fare, da chi poteva agire e non è stato capace di farlo, da chi poteva dare risposte al nostro territorio e non l’ha fatto.
I segnali del fallimento del nostrano centrosinistra non vengono solo dalla Regione, ma anche dal Comune di Crotone. Apprendiamo con sorpresa, come tutti i cittadini crotonesi più o meno, del bel risultato raggiunto dal Sindaco Vallone, ma siamo certi che il giudizio positivo uscito dalle colonne de “Il Sole 24 ore” sia riferito alla persona Vallone e non all’amministratore Vallone.
Da piazza municipio giungono tutte le contraddizioni di un centrosinistra che non ha alcun progetto politico per la città di Crotone. La critica che si può fare a questa amministrazione non riguarda le buche della città, eppure sono tante, non riguarda i muri di sostegno delle principali strade crotonesi, che stanno crollando uno alla volta, non riguarda il grado si sporcizia delle nostre strade, che non ricordiamo mai così sporche, non riguarda la totale assenza di servizi nel nostro comune, e non sto parlando degli autobus, ma di tutti quei servizi che dovrebbero essere a sostegno di tutte le fasce a rischio e che fanno i modo tale che la vita per queste persone, già di per se molto dura, diventi quasi impossibile. La critica principale che riguarda l’amministrazione Vallone è la totale assenza di una visione, di un progetto politico, sociale ed economico per la città. Il fallimento dell’amministrazione di centrosinistra è il fallimento di un’intera generazione, di una classe politica che non ha alcuna capacità di interpretare le istanze economiche e sociale dei crotonesi.
È giunto il tempo di sognare un futuro reale per la nostra terra, è giunto il tempo di combattere per realizzare i nostri sogni, è giunto il tempo degli uomini che possono cambiare il nostro destino.

Buongiorno Crotone!

lunedì 18 gennaio 2010

«Un fondo di 15 milioni per imprenditori in erba».


Il ministero della Gioventù ha patrocinato il progetto «Side Leaders», ministro Giorgia Meloni che cosa in più si può fare per favorire il finanziamento a start-up guidate da giovani in Italia?

 «Uno dei primi atti del mio ministero è stato impegnare 15 milioni di euro per un bando che premi chi ha una buona idea ma non il denaro per metterla in pratica. Per promuovere la giovane impresa si devono agevolare tecnologia e innovazione in testa, in cui è più facile che si realizzino i progetti dei giovani».

Come si fa a educare le nuove generazioni alla creatività?

«Sono moltissimi i ragazzi italiani capaci di lanciare idee innovative e vincenti sul mercato. Le ricerche lo confermano: sotto la cenere dello sviluppo lento di inizio millennio cova la voglia di farcela delle generazioni più giovani. Nonostante tutte le cassandre che vorrebbero la creatività del Bel Paese in declino, dipingendo una gioventù apatica che esiste solo nella testa di quei media che preferiscono raccontare la vicenda dell’albero che cade piuttosto che della foresta che cresce».

Ma in giro non si trovano molti giovani imprenditori italiani.

«Sono molto meno di quelli che l’Italia è in grado di produrre. I ragazzi italiani si trovano di fronte un sistema sclerotizzato che innalza barriere alte come grattacieli: il credito rappresenta uno dei primi fattori penalizzanti, seguito poi dalla mentalità “gerontocratica” che contraddistingue il nostro Paese».

Scuole superiori e università sono efficaci per formare gli imprenditori di domani?

«La nostra università è organizzata per formare essenzialmente lavoratori dipendenti. Fra le priorità del mio ministero c’è l’impegno a invertire questa rotta. Abbiamo istituito un bando da 3 milioni di euro per promuovere la cultura d’impresa nelle università: un bando per universitari che con le associazioni di categoria possono aprire sportelli di consulenza per sostenere chi decidesse di dar vita ad una nuova impresa».

Fonte: www.ilgiornale.it
 
Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

domenica 17 gennaio 2010

Jan Palach martire europeo! Un esempio per la nostra generazione.




Il 16 Gennaio del 1969 a Praga Jan Palach, un giovane studente di Filosofia si diede fuoco in piazza San Venceslao, la piazza principale, per attrarre l'attenzione del mondo sull'occupazione militare dell'Unione Sovietica ed esortare i suoi compatrioti a ribellarsi. Questa è la lettera che lascia alla famiglia il giorno prima del suicidio: "Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy ("Zpravy vuol dire "Notiziario" - il giornale delle forze d'occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà".
Morì tre giorni dopo essersi dato fuoco, diventando il simbolo della lotta al comunismo. Dopo di lui altri sette studenti seguirono il suo gesto. Il prossimo 19 gennaio saranno passati 41 anni dai quei tragici giorni. Non passa nel nostro cuore e nelle nostre menti il ricordo, il rispetto di chi consapevolmente e coerentemente ha tenuto fede ai suoi principi, ai suoi valori fino a dare la propria vita per la LIBERTA'.

NEMMENO LA NOSTRA GENERAZIONE HA PAURA!
ONORE A JAN PALACH.



Antonello Voce
presidente di Azione Giovani Scandale



Qui di seguito un video con la canzone "JAN PALACH " della Compagnia dell'Anello.


sabato 16 gennaio 2010

GIORGIA MELONI: Il governo manterrà l'impegno sul quoziente familiare.




"L’introduzione del quoziente familiare continua a figurare tra gli impegni principali assunti da questo governo per aiutare concretamente le famiglie italiane".

Lo ha affermato il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, a proposito di sistema fiscale e "Priorità delle risposte che il governo immagina in materia. Diminuire la pressione fiscale alle famiglie più numerose, monoreddito o con redditi bassi, come ha giustamente sostenuto il presidente Berlusconi, è soprattutto un atto di giustizia e di equità fiscale. Fermo restando l’attuale periodo di crisi economica, e il frangente di difficoltà che inevitabilmente ne consegue, siamo consapevoli dell’importanza fondamentale che un simile provvedimento riveste per le famiglie italiane. L’impegno e gli sforzi rivolti a raggiungere l’obiettivo non verranno dunque meno".

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

Provincia di Crotone: ASSEGNAZIONE DI CARBURANTE AGRICOLO.




Il consigliere provinciale con delega all’Agricoltura Umberto Lorecchio ed il dirigente Antonio Leto, comunicano ai soggetti aventi titolo al beneficio fiscale che possono richiedere l’assegnazione di carburante agricolo agevolato per l’anno 2010. Il procedimento riguarda l'emissione di buoni prelievo carburante agevolato per l'agricoltura al fine della gestione e coltivazione di terreni, per la silvicoltura, allevamento animali, attività orticole e florovivaistiche in serra e non. Per l'ottenimento del buono è necessaria la qualifica di Imprenditore Agricolo (iscrizione C.C.I.A.A.), possedere macchine agricole regolarmente iscritte e targate. Il buono è nominativo all'intestatario dell'azienda agricola. Viene rilasciato a seguito verifica annuale (scadenza 30 giugno anno solare in corso), che comporta la denuncia delle rimanenze, la richiesta di carburante per l'anno in corso in base alla superficie aziendale, tipo di coltura e parco macchine. L’agevolazione compete ai seguenti soggetti:


a) esercenti le attività agricole ed iscritti nel registro delle imprese di cui all’articolo 8 della legge 29 dicembre 1993, n° 580 e nell’anagrafe delle aziende agricole di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1 dicembre 1999, n°503;

b) cooperative, parimenti iscritte nel registro delle imprese, costituite tra i soggetti di cui alla lettera a), per lo svolgimento in comune delle medesime attività connesse all’esercizio delle singole imprese;

c) aziende agricole delle istituzioni pubbliche;

d) consorzi di bonifica e di irrigazione;

e) imprese agro-meccaniche (contoterzisti) iscritte nel registro delle imprese.

Per i soggetti indicati alle lettere a) b) e c), le agevolazioni competono per lo svolgimento delle attività agricole compresi gli interventi di manutenzione dei fondi e le lavorazioni agricole preparatorie di base. Per i soggetti indicati alla lettera d), spettano per i lavori eseguiti nell’ambito dei propri comprensori e delle rispettive attività istituzionali. Per le imprese agro-meccaniche (contoterzisti) competono in relazione alle prestazioni, rese in favore delle imprese agricole iscritte nel registro delle imprese e registrate nell’anagrafe delle aziende agricole. Per usufruire delle agevolazioni, entro il 30 giugno, i soggetti su indicati devono presentare, direttamente, o per il tramite delle organizzazioni di categoria, all’Ufficio UMA del Servizio Agricoltura Provinciale i seguenti dati:

a) Dichiarazione del PIANO DI COLTIVAZIONE UMA rilasciata dal C.A.A. ;

 
b) Dichiarazione delle superfici ripetute (seconda coltura) che si intendono investire nel corso dell’anno.

In attesa della documentazione richiesta, i beneficiari, possono usufruire di un’anticipazione del 50% del carburante agricolo agevolato ammesso nel 2009 previa autocertificazione secondo il modello scaricabile direttamente dal sito http://www.provincia.crotone.it/, o reperibile negli Uffici UMA provinciali o presso i C.A.A. Il rimanente quantitativo verrà assegnato successivamente e previa verifica dei documenti che verranno presentati.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

venerdì 15 gennaio 2010

ALFANO: Gli ultimi successi dimostrano che lo Stato c'è.




"Con le due operazioni portate a termine nei giorni di 12 e 13 Gennaio nel territorio della provincia di Reggio Calabria e che hanno assicurato alla giustizia numerosi esponenti di spicco delle cosche locali, lo Stato ha segnato un nuovo e importante punto nella battaglia per il definitivo sradicamento, dalla nostra penisola, di ogni forma di criminalità organizzata".

Lo ha affermato, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano commentando i 27 arresti di uomini della ’Ndrangheta avvenuti il 13 Gennaio e i 17 eseguiti il giorno prima a Rosarno ai danni di altrettanti affiliati della cosca Bellocco. "Continua il grande impegno messo in campo da magistrati e forze dell’ordine, supportati dalle incisive norme di contrasto fortemente volute da questo Governo e approvate dal Parlamento nell’ultimo anno. Un’antimafia dei fatti che si realizza in un punto di coniugazione ottimale fra acume investigativo e normativo, mirato a conseguire lo straordinario risultato di liberare il nostro Paese da ogni infiltrazione criminale. Il mio plauso e la mia riconoscenza agli uomini delle forze dell’ordine e della magistratura che compongono la squadra Stato".

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

giovedì 14 gennaio 2010

MAURO: La sinistra blocca il voto di Strasburgo sul Crocifisso.




"Abbiamo appreso con sconcerto che i gruppi della sinistra al Parlamento Europeo sono riusciti, nonostante il voto contrario del gruppo Ppe, a cancellare dall’ordine del giorno della prossima tornata (dell’assemblea plenaria del Parlamento Europeo) a Strasburgo, il voto sul principio di sussidiarietà e sull’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche". Lo ha affermato il presidente degli eurodeputati del Pdl all’Europarlamento, Mario Mauro, che ha osservato:

"Avremmo voluto e dovuto concludere - prosegue l’europarlamentare - il dibattito tenutosi in dicembre con il voto del Parlamento Europeo su un tema così delicato che riguarda non solo milioni di persone ma anche le nostre tradizioni e la nostra cultura". A questo punto, conclude Mauro, "Non possiamo che stigmatizzare il comportamento della sinistra europea che nel nome di un esasperato e spesso ridicolo laicismo, vuole impedire che il Parlamento eletto da tutti i cittadini europei possa esprimersi sull’assurda sentenza della Corte dei Diritti Umani".

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"


mercoledì 13 gennaio 2010

Finanziaria 2010 tutto aggiunge e nulla toglie.



La Finanziaria 2010 del Governo Berlusconi si caratterizza così:

- Destina al sistema sociale ed economico del Paese 9,2 miliardi di euro;
- Lo fa senza nulla togliere dalle tasche dei cittadini in termini di imposte;
- Non taglia nulla da un settore per dare all'altro;
- In altri termini tutto aggiunge e nulla sottrae, né segue il vecchio metodo redistributivo su base politica caro a suo tempo alla sinistra;
- Tutto questo al termine dell'anno di picco della crisi finanziaria mondiale, ed in previsione di una ripresa nel prossimo anno stimata nell'1-1,2% del Pil, ripresa che tuttavia non avrà ancora dispiegato gli effetti benefici sul lavoro e l'occupazione;
- Gli effetti della manovra, e dei provvedimenti ad essa collegati (decreto mille proroghe e decreto di gennaio per lo sviluppo e gli incentivi), consentiranno tuttavia di mettere l'Italia in sicurezza e di accompagnarla fuori dalla crisi attuando il principio "non lasceremo indietro nessuno" più volte enunciato dal governo e dal Popolo della Libertà;
- Tutti gli indicatori internazionali, dall'Ocse al Fondo Monetario Internazionale, fino ai riconoscimenti di giornali come il Wall Street Journal, confermano inoltre che l'Italia "uscirà prima e meglio dalla crisi". E precisamente con capacità non solo di ripresa ma "di forte espansione", come testimonia l'Ocse che nell'ultimo bollettino di novembre colloca il nostro Paese nel gruppo di testa delle economie europee. Lo stesso Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha detto: "Il governo ha agito benissimo"; pur in un quadro di preoccupazione per i patrimoni delle banche e la capacità di risparmio dei cittadini.

Questi gli elementi economici di fondo. A livello politico appare inconsistente, o frutto di una dialettica eccessiva (ed ora ci auguriamo superata), l'accusa di non avere discusso la Finanziaria in Parlamento, ponendovi alla Camera il voto di fiducia (accusa tanto più strumentale se si ricorda che al Senato il testo definitivo è passato senza porre la fiducia).
Ricordiamo infatti che la prima stesura della manovra prevedeva interventi per 4 miliardi, poi più che raddoppiati ad 8,9 ed infine usciti dalla Commissione Bilancio di Montecitorio con una consistenza di 9,2, interamente coperti da maggiori entrate.

Dove andranno le principali risorse della finanziaria.
Abbiamo detto dei contenuti. Vediamo ora dove vanno le principali risorse della Finanziaria.

- Lavoro e welfare: sale al 30% l'indennità per i precari che perdono temporaneamente il posto; i salari di produttività (detassazione degli straordinari) vengono rifinanziati con 860 milioni; incentivi fiscali andranno a chi assume ultracinquantenni; 571 milioni andranno alla stabilizzazione di lavoratori precari.
- Sicurezza: 1,58 miliardi per assunzioni e mezzi per forze dell'ordine e vigili del fuoco.
- Aziende: viene istituito un fondo permanente salva imprese che durerà oltre la crisi economica.Tagli alle poltrone della politica: via il 20% dei consiglieri comunali ed il 25% degli assessori; via il 18% degli assessori provinciali. Ampia riduzione tra le comunità montane, le circoscrizioni comunali, i consorzi intercomunali. E' bene precisare che per ciò che riguarda gli impiegati nessuno verrà licenziato ma riassorbito in regioni e comuni, fino alla fine del rapporto di lavoro.
-Scuola e ricerca: confermata la gratuità dei libri di testo nella scuola dell'obbligo (103 milioni), mentre il fondo per le imprese che investono in ricerca viene finanziato con 400 milioni fino al 2011, con una dote complessiva di oltre un miliardo.
- Alla sanità va oltre un miliardo e mezzo, in cambio le regioni dovranno rispettare il patto di stabilità e rientrare dai deficit. Se non lo faranno, ne risponderanno agli elettori aumentando le addizionali Irpef e Irap.
- Ai comuni andranno più risorse dopo l'abolizione dell'Ici sulla prima casa: complessivamente 916 milioni, da destinare a scopi sociali, investimenti, bonifica delle città.
- Decolla la Banca per il Sud che emetterà prestiti ad aliquota agevolata al 5% per le regioni meridionali.
- Alla giustizia, in previsione del varo della riforma, andranno 900 milioni.
- Alle forze armate andranno altri 5-600 milioni per finanziare le missioni all'estero.
- All'agricoltura e all'autotrasporto andranno 503 milioni.
- I beni sottratti alla mafia potranno essere messi all'asta, con controlli rigorosi perché non tornino alla malavita, ed il loro ricavato potrà essere destinato a cooperative delle forze dell'ordine.
- Inoltre il Consiglio dei Ministri ha già stanziato 1,2 miliardi per l'Ambiente ed il riassetto geologico dei territori a rischio. Mentre appunto con un prossimo decreto di gennaio si rifinanzieranno gli incentivi selettivi per auto, mobili, elettrodomestici e pc a basso impatto inquinante.
- In via sperimentale viene introdotta nella provincia dell'Aquila la cedolare secca sugli affitti: il 20% al posto della tassazione come reddito (cioè con l'aliquota marginale, più alta). Se funzionerà, potrà entrare nella prossima riforma fiscale.
- Infine viene prorogata la moratoria fiscale per l'Abruzzo, con le modalità e risorse del successivo decreto mille proroghe.

Altri provvedimenti economici.

Fin qui la Finanziaria vera e propria. Essa è accompagnata da altri provvedimenti economici.

1.Con il decreto di novembre il governo ha ridotto del 20 per cento, rinviandolo a giugno 2010 il saldo Ire (ex Irpef) di fine anno. Soldi rimasti nelle tasche dei cittadini e dei consumatori, e che in base alle prime stime hanno contribuito alla ripresa degli acquisti del periodo di Natale.
2.Alle infrastrutture andranno 15,8 miliardi, dopo i 16,8 del 2009. Tra le risorse, 470 milioni serviranno per l'avvio definitivo dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, un contributo che va ad aggiungersi agli 1,3 miliardi del decreto anticrisi di luglio scorso. Roma ottiene 100 milioni aggiuntivi, oltre ai 500 correnti, come riconoscimento al ruolo di capitale inserito nel federalismo fiscale. Il piano carceri è finanziato con 500 milioni. Molto importante l'accelerazione della messa in sicurezza degli edifici scolastici in tutta Italia, finanziata con 300 milioni.

Decreto milleproroghe.

Il decreto mille proroghe esaminato il 17 dicembre dal Consiglio dei Ministri e approvato "salvo intese" (su alcuni punti la stesura del testo è stata demandata agli uffici giuridici dei ministeri, ma questo non richiederà una nuova approvazione del Consiglio dei ministri) contiene altre importanti misure. Tra queste:

- La proroga della sospensione dei tributi per le aree terremotate dell'Abruzzo, come previsto dalla Finanziaria.
- L'allungamento dei termini per la revisione degli studi di settore, per dare ossigeno al mondo delle piccole imprese e dei professionisti.
- Nella scuola, 16.700 nuove assunzioni. Proroga delle norme per le commissioni sui ricercatori universitari.
- Slittamento dei vincoli per i neopatentati per non creare inutili complicazioni alle famiglie, in attesa della revisione del codice della strada.
- Prorogate di sei anni le concessioni degli stabilimenti balneari con finalità turistiche.
- Il decreto sullo sviluppo già previsto a gennaio partirà con una dote di 1,3 miliardi. Conterrà tra l'altro:

1. La proroga degli incentivi per auto non inquinanti, per elettrodomestici a risparmio energetico, per pc, mobili e tv ad alta definizione.
2.Sgravi fiscali per le banche che aderiscono alla moratoria sui crediti alle piccole e medie imprese.
3.Probabili incentivi per lo sviluppo della banda larga.

Accanto a questo pacchetto di misure, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha annunciato due piani organici di sostegno all'economia e di riforma del fisco che partiranno nel 2010.

1.Intervento di 27 miliardi della Cassa Depositi e Prestiti a sostegno continuativo delle piccole e medie imprese.
2.Riordino del sistema fiscale basato su bonus e malus. Bonus per famiglie, lavoro, ricerca e tutela dell'ambiente. Malus per speculazione finanziaria e sprechi ambientali. Inoltre, progressivo spostamento della pressione fiscale dalle persone alle cose, cioè dalle imposte dirette alle indirette.

Il finanziamento di questo complesso di operazioni viene dato in prima battuta dai conti mantenuti in ordine nonostante l'anno di crisi. A conferma, il rating internazionale del debito italiano, in questo momento tra i più solidi (cioè senza alcuna previsione negativa) in mezzo a tanti declassamenti che riguardano una serie di paesi – Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna – e previsioni pessimistiche anche per la Gran Bretagna.

Scudo fiscale e lotta all'evasione.

L'altra fonte di copertura è lo scudo fiscale. La prima fase si è chiusa il 15 dicembre, facendo rientrare oltre 90 miliardi di euro, per un gettito immediato di 4,5 miliardi di euro.La seconda fase si chiuderà ad aprile, con aliquote che saliranno al 6% fino a febbraio, ed al 7 fino ad aprile. Lo scudo è stato un successo, e non un premio agli evasori. Alla fine, oltre 100 miliardi di euro rientreranno in Italia aggiungendosi a tutti gli effetti al Pil nazionale, del quale costituiscono circa il 7%. "la più grande manovra di irrobustimento dell'economia mai realizzata" la definisce Tremonti. Nel confronto con gli scudi messi in campo in molti altri paesi, dagli Stati Uniti alla Francia alla Gran Bretagna, quello dell'Italia è stato quello che ha dato i risultati migliori, con distacchi abissali sull'importo delle somme rientrate. A fronte dei 100 miliardi di euro recuperati dall'Italia, la Francia si è fermata a 3 miliardi, gli Stati Uniti a pochi milioni di dollari, l'Olanda a 1,5 miliardi di euro e la Gran Bretagna prevede di non andare oltre 2,5 miliardi di sterline. A tutto ciò si aggiunge la lotta all'evasione, che nei primi dieci mesi ha già superato i 7,2 miliardi di obiettivo fissati per l'intero 2009, e a fine anno farà rientrare almeno 8 miliardi di imposte nelle casse dello Stato. Si tratta di un altro punto abbondante di Pil.Tutti i dati confermano che il governo Berlusconi ha messo in campo una politica economica saggia, previdente e di grande efficacia, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

martedì 12 gennaio 2010

CONSENSO AGLI AMMINISTRATORI, IL PRESIDENTE ZURLO OTTIENE UN + 1% RISPETTO A GIUGNO 2009.


Nella classifica redatta da Ipr Marketing, sul consenso agli amministratori locali, pubblicata dal quotidiano "Il Sole 24 Ore", dal momento delle elezioni del giugno scorso ad oggi, il presidente della Provincia di Crotone, Stanislao Zurlo, guadagna un punto percentuale (passando dal 52 al 53%). Dei 50 presidenti degli enti intermedi, eletti nelle amministrative del 2009, solo 20 hanno guadagnato maggiore consenso rispetto a quello ottenuto in occasione del voto. Leggendo i dati, infatti, emerge che tra gli amministratori che ottengono una performance positiva, per la cosiddetta governance, ci sono tra gli altri i presidenti delle Province di: Teramo Catarra (+2%), di Milano Podestà (+1,8%), di Crotone Zurlo (+1,0%), di Trento Dellai (+1,0%).


Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

FRATTINI: L'Egitto non può accusarci di razzismo.





"Nessuno può accusarci di razzismo, anzitutto gli egiziani che sono quelli che godono di quote di immigrazione regolare e che non danno nessun problema all’Italia".

Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in visita in Mauritania, rispondendo alle dure critiche mosse dalle autorità egiziane nei confronti dell’Italia riguardo alle violenze esplose a Rosarno. Frattini ha sottolineato che "Il problema, certamente, non è con l’Egitto" e che proprio al Cairo, sabato prossimo, è pronto a discutere della vicenda con il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit. Frattini ha escluso che le accuse del Cairo siano legate alla condanna contro la strage dei cristiani copti avvenuta una settimana fa nel sud dell’Egitto. "Questo non c’entra assolutamente niente. L’Italia, e io personalmente, abbiamo il dovere di evocare il diritto dei cristiani ad essere non solo non perseguitati ma anche di professare la loro religione", ha aggiunto il ministro precisando di essersi persino "congratulato con l’Egitto per avere prontamente arrestato i responsabili. Semmai ho lodato la prontezza della reazione egiziana". Per il ministro degli Esteri, la strada per uscire dalle problematiche legate all’immigrazione è quella dell’applicazione "delle regole europee che io stesso da commissario ho fortemente voluto e che il governo italiano sta applicando. Si all’integrazione di coloro che entrano regolarmente, espulsione che non rispettano le leggi. Lo dice l’Europa e l’Italia deve rispettare queste regole europee".

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

SUD: FAVOLA DA UN MONDO CAPOVOLTO...

di Graziella Balestrieri.


NDR: Il tono dello scritto,che non si potrà mai udire ,va in maniera quasi ossessiva sentito come ironico…altrimenti non avrebbe nessun senso.

In un c’era una volta che ora non c’è più, lì dove ogni cosa passa, ma tutto resta, lì dove si vive perché si deve… In quel mondo fatato, dove leggi funzionano sì, ma in maniera capovolta esisteva una terra chiamata Calabria e la sua gente, i calabresi. Strana terra questa. Accogliente, di cuore, ospitale, un piccolo popolo che riposava sul fuoco degli inferi, terra selvaggia, definita come un’Africa nel bel mezzo dell’Europa. Astolphe De Custine, 1812 (Lettere dalla Calabria).
Dal 1812 pare che la situazione sia notevolmente degenerata. Ovvero questa sorta di africani d’Europa una mattina si son svegliati ed han trovato l’invasor… E così i calabresi sono diventati un popolo razzista. Olè avanti popolo alla riscossa. Ma in questa Africa d’Europa la sorpresa più grande al risveglio, dopo una notte di lunghi coltelli, è una presenza inquietante che si aggira fra la gente e che incute timore: lo Stato. Nessun riferimento politico ad oggi, da quando l’Italia nacque la presenza dello Stato in Calabria si può ricordare solo durante l’Inno di Mameli, per la nazionale di calcio, quindi la domanda è: ma i calabresi sono veramente un popolo così demente, veramente non si accorgono di essere strumento per le bocche ben pensanti?
E poi quello che fa tribolare veramente il sangue di un calabrese che sta scrivendo è: ma ora si sono accorti dei calabresi, ora che i neri si sono ribellati? E giù di lì, la ‘Ndrangheta, è colpa della ‘Ndrangheta… e lo Stato riposa in cielo, ad osservare a guardare il mare limpido. Poi c’è chi prende le difese di un popolo, quello degli immigrati, per carità nessuna forma di razzismo, anzi sono più fratelli loro e più calabresi loro di qualsiasi altro leghista che indossa la cravattina verde. Ma i calabresi razzisti, non si può proprio sentire. Scusate! Questa non è una difesa per i calabresi, no questa è solo la realtà di chi vive in Calabria, di chi conosce la sua gente, di chi non ha visto mai lo Stato, di chi ha visto un non interesse ad una terra che di fondo ha sempre vissuto nel contentino… Dire “ Lo Stato c’è ” è una delle più paradossali prese per i fondelli che un calabrese potesse mai sentire… Se lo Stato fosse mai esistito in Calabria tutto questo non sarebbe successo!
Percorrendo la strada che va da Catanzaro e che conduce fino a Crotone si possono osservare gli immigrati che camminano, che non si sa dove vanno, che rischi di investirli. Basta abbassare il finestrino, basta alzare la testa per rendersi conto in quale situazione vivono. Lo Stato, la sua bella macchinina non l’ha mai presa. Questo è il consiglio! Veniteci ogni tanto in Calabria prima di giudicare e sputare sentenze come se il popolo calabrese fosse una mandria di pecoroni a cui viene dato bastone e carota. Non si capisce nemmeno l’uscita di Roberto Saviano “Per gli immigrati contrastare le organizzazioni criminali è questione di vita o di morte”. Certo perché i calabresi nella ‘Ndrangheta ci sguazzano! Mah...
E poi perché non ha parlato delle scorie di Crotone, caro Saviano i palazzi lì portano il nome della ‘Ndrangheta, a Crotone nessuno mai è venuto a dir nulla. La gente cammina sulle mattonelle costruite dalla ‘Ndrangheta. Quanti paradossi! Il Papa: "Rispettare gli immigrati!" Ok,e i calabresi chi li ha mai rispettati?
Se si ha la coscienza pulita, va benissimo, prendetevela con i calabresi, tanto a noi passa qualsiasi cosa, stiamo sempre là, in un altro continente. Questa di Rosarno è una guerra fra poveri. La povertà e la miseria generano disordini. Se qualcuno si fosse mai ricordato dei calabresi, state sicuri che gli immigrati stavano sul trono insieme a bere vino e a mangiare cibo divino che questa terra meravigliosa offre. I calabresi non sono razzisti, non lo sono mai stati, se così fosse alcune regioni d’Italia sarebbero già sparite dalla cartine. Forse qualcuno deve accorgersi di una cosa, questa gente tiene le braccia aperte da talmente tanto tempo che oramai è stanca. Immagginate un uomo che sta a braccia aperte da quando è nato, che si trova sull’orlo di un precipizio… Voi non sareste stanchi, non chiudereste le braccia e correreste indietro verso la strada giusta?
Questa è l’unica favola che finisce in maniera capovolta, il principe tira la scarpa addosso a Cenerentola, Cenerentola si incazza gli ridà il bacio ed il principe ritorna ranocchio. E vissero tutti felici e scontenti!
“L’odio è un sentimento che oggi non si comprende neppur se generato dall’amore. Bisogna venire in Calabria per ritrovare l’odio”. Astolphe De Custine,1812 (Lettere dalla Calabria)


Rosarno, simbolo fallimentare della sinistra.


Il ministro Bondi: "Per anni il Mezzogiorno è stato la questione privilegiata dai democratici. All’inizio dei mandati i governatori del Pd avevano suscitato molte speranze. Ecco perché il flop è ancora più clamoroso"



«Dietro ai fatti di Rosarno c’è tutto il fallimento del centrosinistra al Sud». Il ministro della Cultura e coordinatore Pdl Sandro Bondi osserva preoccupato in tv le immagini degli scontri tra immigrati e forze dell’ordine.


L’emergenza di Rosarno e, prima ancora, la bomba alla Procura generale di Reggio Calabria hanno riproposto nuovamente l’allarme sul Mezzogiorno.

«Quello che è avvenuto a Rosarno è il risultato della confluenza di due fenomeni distinti: il primo è il degrado legato all’immigrazione incontrollata, il secondo è il degrado di una realtà sociale profondamente malata e pesantemente condizionata dalla criminalità organizzata. Questi due fenomeni hanno avuto una lunga incubazione prima di manifestarsi con gli effetti che abbiamo visto. Per questo le soluzioni non sono semplici e immediate. Si può e si deve imporre subito la cessazione delle violenze e riportare l’ordine pubblico. Ma sarà molto più difficile e ci vorrà molto più tempo per intervenire sulle cause del degrado, non solo della crisi, che investe molte regioni del Sud».

Quanto pesano nel malessere del Mezzogiorno gli sfasci prodotti dalle amministrazioni Loiero, Bassolino e Vendola, travolte dalle inchieste giudiziarie?

«Nel Mezzogiorno si è verificato il fallimento più clamoroso della sinistra. Tanto più significativo in quanto proprio la questione del Mezzogiorno è stata per lungo tempo la questione privilegiata della politica della sinistra italiana. Bassolino in particolare aveva suscitato all’inizio del suo mandato molte speranze. Per questo il suo fallimento è stato l’emblema della sconfitta della sinistra».

All’ordine del giorno c’è la composizione delle liste Pdl alle Regionali 2010 in Calabria dopo l’allarme lanciato dalla parlamentare Pdl Angela Napoli ad «Annozero».

«Il problema esiste e riguarda tutti i partiti, senza alcuna distinzione. Perciò i dirigenti dei partiti a livello nazionale hanno grandi responsabilità: innanzitutto nell’affidare gli incarichi regionali a persone moralmente e politicamente integerrime, e in secondo luogo nel sovrintendere e nel controllare continuamente affinché i candidati alle elezioni locali, e più in generale ad incarichi pubblici, siano persone oneste e competenti. I partiti devono rinnovarsi per divenire gli artefici del cambiamento».

L’opposizione accusa il governo di razzismo, Casini dice che lo Stato è morto.

«Queste reazioni sono sbagliate e indicano il rischio della strumentalizzazione politica di questi avvenimenti. In questo modo non si verrà a capo di niente. In realtà questa vicenda conferma la necessità di una classe dirigente nazionale capace di mettere da parte le polemichette politiche quotidiane per farsi carico con serietà dei problemi generali del Paese. I problemi sono così gravi in alcune regioni del Sud che occorrerebbe rivolgere un appello a tutte le forze sane esistenti per un piano di emergenza e di rinascita del Sud».

Nonostante l’azione del governo e della magistratura, sembra ancora che la ’Ndrangheta sia l’organizzazione criminale più potente al mondo. Che cosa si può fare per fermarla?

«Occorre lo stesso impegno determinato e prolungato che ha consentito nel corso degli anni di smantellare il potere della mafia. Le prime decisioni annunciate dal ministro degli Interni e da quello della Giustizia vanno in questa direzione».

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, è il candidato Pdl in Calabria. Cosa serve alla classe dirigente del Sud per riemergere?

«In qualità di sindaco di Reggio Calabria Scopelliti ha dimostrato doti di competenza e di onestà che saprà mettere al servizio del governo della Regione. Certo non dovrà essere lasciato solo in questo compito. Dovrà essere sostenuto da tutte le forze politiche e dal governo in particolare, perché come ho detto il compito che ha di fronte è davvero difficile e gravoso».


Fonte: Il Giornale.it

lunedì 11 gennaio 2010

CICCHITTO: Sugli incidenti di Rosarno errore gravissimo della sinistra.





"Sui fatti di Rosarno, invece di scatenare la consueta polemica politica, bisogna fare i conti con una situazione caratterizzata non da una sola ma da tre anomalie assai pesanti".

Lo ha dichiarato il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto, che ha osservato:
"La prima è costituita da uno sviluppo incontrollato dell’immigrazione clandestina, che finisce col pesare negativamente su tutto il territorio, la qual cosa è la conferma che l’immigrazione clandestina è un male. La seconda è costituita dall’esercizio, per nulla contrastato dai pubblici poteri, del lavoro nero, con forme inaccettabili ed incivili di caporalato e con una sorta di schiavismo esercitato sulla mano d’opera clandestina; la terza è costituita dalla presenza della ’Ndrangheta. Allora è evidente che i pubblici poteri devono contrastare tutti e tre questi fenomeni: quello dell’immigrazione clandestina, quello del lavoro nero e quello della ’Ndrangheta. Concentrare l’attenzione su uno solo di essi, come fa la sinistra, sarebbe un errore gravissimo".

Giovane Italia
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GELMINI: I magistrati non applicano la legge Bossi-Fini.





"Non basta che un governo faccia le leggi se una parte dei magistrati, come nel caso del contrasto all’immigrazione illegale, non le applica e si occupa di più di Berlusconi".

Così si è esprsso il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, a Mezzo’ora su Rai3, rispondendo a Lucia Annunziata che le chiedeva se quanto accaduto a Rosarno non sia il fallimento della linea dura del governo. "Se non c’è  unitaà e consapevolezza - ha sottolineato il nostro ministro - non basta fare la legge. C’è chi ipotizza la incostituzionalità del reato di clandestinità, chi come parte della magistratura non applica la legge. Si crede invece che l’ immigrazione si possa aiutare con il buonismo".

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SILVIO BERLUSCONI: Torno al lavoro per realizzare le riforme che interessano il Paese.





"Sogno una vera riforma tributaria. Come quella che avevamo immaginato nel ’94. Con due sole aliquote. E adesso stiamo studiando tutte le possibilità per realizzarla". Lo ha affermato il presidente Berlusconi in un colloquio con 'Repubblica' durante il quale ha annunciato che dal 12 gennaio sarà a Palazzo Chigi per "riannodare tutti i fili" politici.
"Credo che si debba in primo luogo riprendere il lavoro ordinario del governo. Da lunedì sarò a Palazzo Chigi e riannoderò tutti i fili. Ho intenzione in primo luogo di incontrare il presidente della Repubblica. Parlerò con tutti i ministri e mi confronterò con i gruppi parlamentari e gli organismi dirigenti della maggioranza."
"Ci sono delle emergenze. Come la riforma tributaria, la riforma della giustizia e la riforma istituzionale. Con Tremonti stiamo studiando una riforma tributaria. Un progetto che avevamo indicato già nel 1994. Noi vogliamo un sistema che dia ordine, che sia meno confuso. Che non obblighi i contribuenti a rivolgersi al commercialista per pagare le tasse. Serve una semplificazione complessiva. Stiamo studiando tutte le possibilità per arrivare alla fine a questo sistema. Sarebbe più razionale. Di certo, non abbiamo alcuna intenzione di aumentare le tasse. Ecco, questa è l’unica cosa impossibile".
"Al Paese interessano le riforme. Noi stiamo uscendo da una crisi economica che ci è venuta addosso. Una crisi davvero straordinaria che non ha colpito solo noi. Un crollo da cui ci stiamo risollevando, anche prima degli altri. E dobbiamo fare in modo che tutti escano da questa situazione. Il 2010 e’ l’anno in cui possiamo uscire definitivamente dalla crisi.
Dobbiamo procedere con attenzione. Sappiamo che ripartiamo ogni anno con 8 miliardi di interessi passivi. Una cifra impressionante. Noi, però, sappiamo che a questo punto non torneremo indietro. Ma forse le ho detto pure troppo".

Giovane Italia
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sabato 9 gennaio 2010

Nessuna tolleranza verso gli immigrati che usano la violenza.


"Abbiamo il dovere di far rispettare le leggi e le regola: non ci deve essere tolleranza verso chi usa la violenza in maniera così evidente soltanto perché immigrato".  Lo ha affermato il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, osservando di essere d’accordo con quanto affermato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni a proposito delle proteste dei lavoratori immigrati a Rosarno: anche secondo La Russa certi fatti "derivano proprio dalla troppa tolleranza che c'è stata finora".
"Non c’è niente di peggio della sommatoria di pù situazioni irregolari: immigrazione clandestina, relegata in condizioni di vita di totale degrado, utilizzata per il lavoro nero e spesso anche dalla criminalità organizzata". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha osservato: "E’ proprio in un contesto di alta concentrazione di immigrati clandestini che la xenofobia trova il suo humus naturale e si determina una situazione come quella esplosa a Rosarno. Ciò deve far riflettere sulla necessità di andare avanti sulle linee tracciate dal governo: sviluppare con rigore il contrastato all’immigrazione clandestina, con la piena applicazione delle leggi vigenti, e con altrettanto rigore favorire l’integrazione degli immigrati regolari".

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venerdì 8 gennaio 2010

TREMONTI: La sinistra non si trova più: abbiamo prosciugato l'antiberlusconismo.




Intervista di Giulio Tremonti al quotidiano “Il Messaggero” pubblicata il 7 gennaio 2010.




Alla sinistra italiana resta solo la lotta ad personam e «se si preoccupa di rimettere in piedi una coalizione contro una persona fallirà ancora una volta». Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in un’intervista al Messaggero spiega che "dal ’94 il contrasto a Berlusconi si è incentrato su un doppio anti: anti-Berlusconi e anti-berlusconismo". Da un lato un’opposizione di tipo personale, «rivolta verso una figura politica moderna» e dall’altro un’opposizione ad un modello politico " che la sinistra rappresentava in termini sistematicamente negativi. Il punto politico fondamentale - dice Tremonti - è che nel pensiero politico prima di Forza Italia e poi del Pdl si è registrata una maturazione profonda derivata dalla analisi del mutamento della realta".
Secondo Tremonti il governo Berlusconi ha fatto "una politica opposta alle aspettative caricaturali della sinistra. Avendo avuto la fortuna di aver previsto in anticipo la crisi, la priorità è andata alla conservazione dello Stato sociale". Tremonti fa un’analisi più allargata e sottolinea come in Europa «non trovi più la sinistra» e «dove è al governo, è in crisi» e conclude: "Se il futuro della sinistra italiana si concentra sull’assemblaggio di una coalizione per battere Berlusconi nel 2013 e non sulla costruzione di idee autonome alla dialettica contra personam è una via che porta ad una nuova, anzi, alla stessa sconfitta".

mercoledì 6 gennaio 2010

Fiaccolata antimafia. Giovane Italia presente con la delegazione regionale.




Reggio Calabria. Di seguito un comunicato di Daniele Romeo e Francesco Filomarino, Presidente e Coordinatore Regionale della Giovane Italia, che annuncia l’adesione del movimento giovanile alla manifestazione di domani davanti la Procura di Reggio. “Il Coordinamento Regionale – è scritto nella nota – del movimento giovanile del Popolo della Libertà, Giovane Italia, aderirà con una propria delegazione alla fiaccolata di domani davanti la sede della Procura Generale di Reggio Calabria, dove nei giorni scorsi si è consumato un vile attentato dinamitardo, per dimostrare la propria vicinanza alla Città di Reggio e agli operatori della giustizia che insieme alle forze dell’ordine che operano sul territorio, ogni giorno si battono in difesa della legalità. I dirigenti della Giovane Italia invitano tutti i ragazzi che, al di là degli steccati ideologici e delle divisioni di partito, credono che tutti insieme si possano sconfiggere le forze oscure che non fanno crescere la nostra Terra, a partecipare alla fiaccolata, per dimostrare che la nostra gioventù si schiera al fianco della giustizia e della legalità”. 
Daniele Romeo
Pres. Regionale Giovane Italia


Francesco Filomarino
Coord. Regionale Giovane Italia

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ZURLO E L'ASSESSORE DATTOLO INCONTRANO IN FABBRICA I LAVORATORI EX-SASOL





"Siamo qui, tra voi, questa mattina per manifestare la nostra vicinanza doverosa e sentita": così il presidente della Provincia di Crotone, Stanislao Zurlo, incontrando in fabbrica i lavoratori dell’ex-Sasol Italy Spa che da qualche giorno hanno proclamato lo stato di agitazione. Con Zurlo era presente l’assessore provinciale alle Attività produttive Alfonso Dattolo. Com’è noto da qualche mese lo stabilimento crotonese, a seguito della cessione di un ramo d’azienda da parte di Sasol, ha una nuova proprietà che fa riferimento a Roberto Spaggiari A detta dei lavoratori, più di 80 unità tra diretti ed indiretti, in fabbrica non c’è materia prima, ci sono ritardi nel pagamento delle spettanze, non è stato presentato il piano industriale e da tempo non vengono pagate le ditte del cosiddetto indotto. "Innanzitutto - ha dichiarato il presidente della Provincia - abbiamo la necessità di capire concretamente quali siano le reali intenzioni della proprietà circa il futuro dello stabilimento. Per questo da subito è necessario aprire un dialogo con l’imprenditore di riferimento attraverso un tavolo aperto agli enti interessati ed ai sindacati. In un territorio come il nostro prima di parlare di nuove iniziative occupazionali è necessario salvaguardare quelle già esistenti. Se le notizie che giungono sulla totale assenza di materie prime e sui mancati rinnovi dei contratti alle ditte che espletano i servizi di manutenzione degli impianti dello stabilimento, fossero reali  - ha aggiunto il presidente Zurlo - si metterebbe in discussione il futuro di questo insediamento produttivo. Come amministrazione provinciale ci attiveremo - ha concluso Stanislao Zurlo - per mettere in atto tutte quelle iniziative che la legge ci consente per evitare la perdita di posti di lavoro". La discussione sull’ex-Sasol è proseguita nel pomeriggio di ieri nella sala Giunta del Comune di Crotone nel corso di un incontro presieduto dal sindaco Peppino Vallone ed al quale hanno partecipato l’assessore provinciale Alfonso Dattolo, il presidente del Consiglio comunale, Antonella Stasi presidente di Assindustria, le confederazioni sindacali e la Rsu. Si è deciso di chiedere attraverso l’Ufficio Territoriale di Governo un incontro con la proprietà.

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martedì 5 gennaio 2010

Giorgia Meloni vuole un Parlamento più giovane: Senatori venticinquenni e deputati diciottenni.


Giorgio e Giorgia. Il presidente Napolitano e la ministra Meloni uniti nel nome dei giovani. Nel discorso di fine anno il capo dello Stato insiste sull’importanza delle nuove generazioni. Altro che Celli e il suo consiglio di mandarli tutti all’Estero. «Finalmente», dice la ministra dei giovani che in un paese che ha il vizio di puntare sempre su quelli che il futuro lo hanno alle spalle, ha un duro lavoro davanti a sè. «Per fortuna c’è Napolitano». E a sentirlo da lei, cresciuta nella cultura della destra nostalgica, fa un certo effetto.

Insomma ministro lei sembra avere affinità soprattutto con icone della sinistra, da Bertinotti a Napolitano.

«Io non ho paraocchi. Giudico le persone. E ringrazio Napolitano di aver dedicato una parte importante del discorso di fine anno ai giovani, d’altra parte è un interesse che il presidente ha dimostrato sempre ponendo spessissimo l’accento su quanto meritevoli siano i ragazzi italiani. In particolare negli ultimi mesi è intervenuto per dire di non abbandonare l’Italia perché solo con loro può migliorare il futuro del paese. L’energia dei giovani è necessaria».

E come facciamo a tenercela?

«Iniziamo dal ringiovanire Camera e Senato. Così che le esigenze delle generazioni siano rappresentate in maniera equa. Oggi non è così».

Impresa ardua…

«Visto che quest’anno è finito parlando delle riforme che verranno, da condividere, io il prossimo anno voglio riuscire a riformare le norme che regolano elettorato attivo e passivo, voglio abbattere gli steccati anagrafici che comportano che oggi ci sia fino ai 40 anni una cittadinanza imperfetta. Visto che al Senato prima dei 40 anni non si può essere eletti e quindi le generazioni che precedono tale compleanno sono rappresentate imperfettamente. E’ una riforma su cui c’è larga intesa. Deve esserci corrispondenza tra l’età necessaria per eleggere ed essere eletti».

Quindi deputati diciottenni e senatori di 25?

«Perché no?».

Napolitano ha sottolineato l’importanza di creare lavoro per i giovani. Il problema vero è il precariato. Cosa farete per loro?

«E’ necessario contrapporre alla flessibilità del lavoro strumenti che bilancino questa situazione. Dal primo gennaio saremo in grado di pubblicare le norme attuative del fondo di garanzia sull’accesso al credito per l’acquisto della prima casa. 24 milioni di euro con cui lo stato garantisce chi non ha un posto fisso. E poi ci stiamo dando da fare per creare la cultura di impresa nei giovani attraverso l’Università. Sia con un bando per finanziare progetti proposti da associazioni giovanili, facilitando lo start up di nuove imprese. E anche con il Global Village Campus, ossia un ponte tra Università e lavoro. A settembre per cinque settimane abbiamo fatto incontrare i migliori giovani neolaureati e il mercato del lavoro. Il prossimo anno l’obiettivo è moltiplicare questo strumento».

In Italia non esiste meritocrazia. Uno dei motivi che spiega per esempio la fuga dei cervelli.

«Certo noi ereditiamo un sistema bloccato da privilegi consolidati e da una visone sessantottina per cui l’uguaglianza è considerata nemica del merito, mentre il nostro scopo è di costruire l’uguaglianza attraverso il merito. Partendo tutti dallo stesso blocco di partenza. E mi faccia dire un’altra cosa. Si racconta solo il lato buio dei nostri ragazzi, l’alcool, la droga, non il talento, il sacrificio. E’ gente che fa salti mortali per ritagliarsi un posticino dignitoso grazie a chi li ha preceduti e non ha pensato a chi sarebbe venuto dopo. Nel 2008 in 190 hanno vinto riconoscimenti internazionali. Significa che abbiamo un humus su cui investire. Ho in progetto un Expo per raccontare il loro talento».

E la scuola?

«Prestito d’onore: consentire ai ragazzi di pagarsi l’Università, magari anche la formazione all’Estero, prestandogli i soldi che poi restituirà quando sarà in grado di farlo. Penso non solo all’Università ma anche a un’educazione non formale come i corsi di teatro o di lingua. Io credo che una delle grandi sfide che dobbiamo vincere sia quella di dare a tutti i giovani la possibilità di andare all’estero».

Che fa contraddice Napolitano?

«Assolutamente no. Il mio fine farli studiare fuori e poi riportare in Italia quello che si è imparato. Completamente in sintonia con il Presidente».

Fonte: La Stampa

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