Salviamo i nostri Marò

Salviamo i nostri Marò
I nostri due militari devono tornare a casa

Siamo contro ogni genere di Discarica nel nostro Territorio!

venerdì 30 aprile 2010

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO "NO ALLA DISCARICA DI GIAMMIGLIONE" SULLA DISCARICA DI AMIANTO.


NO ALLA DISCARICA DI AMIANTO

Una cosa è certa: i cittadini di Scandale hanno capito che bisogna alzare la testa per difendersi dalle ingiustizie. Molti mesi di lotta contro la discarica di Giammiglione ci hanno insegnato che la protesta paga e che la possibilità di salvaguardare il nostro territorio da quanti vogliono trasformarlo in una pattumiera, dipende unicamente dalle nostre azioni di lotta.
Nel momento in cui la “sensibilità ecologica” diventa il tema di facciata per le future campagne elettorali, noi del Comitato “No alla discarica di Giammiglione" (e di tutte le discariche), siamo vigili sentinelle del nostro territorio e della nostra comunità, nell’interesse di tutti e senza strumentalizzazioni.
Noi siamo fortemente contrari alla realizzazione di questa mega discarica di amianto in Loc. Santa Marina, poiché riteniamo che non esistono soglie di sicurezza per le nocività; i troppi morti di tumore nel nostro paese non lasciano dubbi sul fatto che bisogna dire basta, non vogliamo più nocività nelle nostre vite.
Peraltro, quello che la Ecolsystema srl vuole realizzare è un sporco business sulla pelle dei cittadini, poiché si tratta di realizzare la discarica di amianto più grande di tutto il mezzogiorno, nel cuore di una terra a forte vocazione agricola e zootecnica che, per gli interessi di pochi, metterà in ginocchio le imprese di molti onesti agricoltori.
Il tutto senza una programmazione pubblica dei luoghi individuati, ma quasi sotto dettatura di soggetti privati e questo non è accettabile. Non lo è soprattutto se perpetrato da una Giunta e da un Sindaco che hanno avuto alle ultime elezioni comunali consensi plebiscitari e che, ora, tradiscono il mandato elettorale autorizzando un’opera che la popolazione non vuole assolutamente.
Ricordiamo, infine, che con la delibera del Consiglio Comunale n. 29 del 31 luglio 2009 è stata votata all’unanimità la netta contrarietà alla realizzazione di qualsivoglia tipologia di discarica nel territorio comunale, ma evidentemente si trattava solo di fumo negli occhi e dell’ennesima dimostrazione che questo sindaco difende il proprio territorio e la propria comunità solo a parole.
Questa nuova stagione della lotta e della protesta ci ha insegnato che essere contrari alle fabbriche di morte è sempre giusto e così abbiamo imparato la bellezza dell’agire secondo coscienza e nell’interesse di tutti.
Tutto ciò premesso, il Comitato “No alla discarica di Giammiglione” chiede la trattazione dei seguenti punti di domanda nel corso di una seduta del Consiglio Comunale ad hoc p.v.:

- Ci sono accordi presi tra la Ecolsystema srl e l’amministrazione comunale di cui i cittadini non sono a conoscenza? Se si, quali?


- Come mai la Ecolsystema Srl ha comprato i terreni prima della verifica ambientale sulla fattibilità del Progetto? Era forse stato promesso qualcosa?


- La mega discarica di amianto servirà anche per le esigenze della bonifica dell’ex area industriale di Crotone?


-  Sono state verificate le referenze dell’impresa nel campo dello smaltimento dei rifiuti contenente amianto?

Il Comitato

giovedì 29 aprile 2010

IN RICORDO DI SERGIO RAMELLI.




Sono passati trentacinque anni dall’omicidio di Sergio Ramelli, uno dei tanti militanti del Fronte della Gioventù che pagarono con la vita la militanza politica e la voglia di libertà. A tanti anni di distanza il sacrificio di un ragazzo viene ricordato da altri suoi coetanei in tutta Italia, non può essere un caso, non può essere solo nostalgia ideologica. Trentacinque anni che a Sergio sono stati rubati,senza un perché. Perché ricordare?
La storia di Sergio Ramelli è da monito per tutte le nuove generazioni. Assassinato barbaramente sotto casa solo perché ha scritto un tema contro le brigate rosse, ucciso in una Milano in cui la libertà di pensiero era negata.
Vogliamo che i giovani conoscano il passato recente di quest’Italia nata dalla resistenza, durante il quale migliaia di giovani bollati come fascisti furono in realtà vittime dell’odio cieco di chi voleva un Italia rossa come la vicina Jugoslavia o l’Albania. I ragazzi della giovane destra uccisi negli anni settanta hanno lottato per la nostra libertà, una libertà che veniva negata a “mano armata” e nel migliore dei casi vedeva una certa stampa come esecutore materiale di veri e propri linciaggi pubblici. La lucida follia di quei ragazzi, vigliaccamente uccisi, ci ha regalato la possibilità di fare politica oggi alla luce del sole, ci ha dato la possibilità di vincere le elezioni ad ogni livello. Vogliamo dunque ricordare chi non ha esitato un attimo a sacrificare la propria vita per la libertà di una comunità ideale e politica.
Nel ricordo di queste nostre vittime continua il nostro impegno politico, spinti dalla stessa rabbia e dalla stessa voglia di cambiare il mondo che spingeva quei ragazzi a rischiare la propria vita quotidianamente.

Fabio Federico
Presidente Provinciale
Giovane Italia Crotone


Umberto Caputo
Dirigente Provinciale
PDL Crotone

A San Nicola dell'Alto morire diventa un lusso.

L’amministrazione risanerà i bilanci tassando i defunti.


La maggioranza consiliare appartenente al Partito Democratico si è presentata durante la seduta consiliare del 27 aprile 2010 proponendo modifiche al regolamento per la concessione dei loculi e al regolamento per la concessione di suoli per le cappelle cimiteriali.
Mi sembra giusto che la popolazione sappia cosa cambia con questi nuovi regolamenti:
In sostanza il Partito Democratico ha approvato un notevole aumento della quota da pagare per ogni singolo metro quadro di suolo predisposto alla costruzione delle cappelle, che passa da circa 70€/m² a circa 500 €/ m² (un aumento del 600 %).
Sicuramente anche il cimitero ha un costo, però mi sembra esagerato pretendere così tanto. A tale scopo ho proposto che venisse diminuita la somma in modo da non superare i 150 €/ m², ma ho avuto l’appoggio solo della minoranza.
Lascio alla morale pubblica giudicare se questo sia un buon metodo di risanamento del bilancio Comunale.
Insomma a San Nicola non conviene proprio morire, speriamo di non aver bisogno di questi costosissimi monolocali per tanto, tanto tempo. Si comunica altresì che, per intercessione del Sindaco, le tariffe per i posti in paradiso rimangono invariate.


Nicola Bresci
Consigliere Comunale
Popolo della Libertà
Dirigente Regionale - Giovane Italia

mercoledì 28 aprile 2010

Pagine di Storia ...


S.E. BENITO MUSSOLINI
 DUCE D'ITALIA
Dovia di Predappio, 20 Luglio 1883 - Giulino di Mezzegra, 
28 Aprile 1945


"A egregie il forte animo accendono
l'urne dei forti... e bella
e santa fanno al peregrin
la terra che le ricetta"

BENITO MUSSOLINI, nella storia d'Italia viene subito dopo Giulio Cesare. Il Bene che Mussolini ha fatto all'Italia è malgrado tutto incommensurabile.
Egli fu tradito, assassinato e in maniera così ignobile che il massacro dell'intera famiglio dello Zar impallidisce di fronte gli orrori che hanno accompagnato la Sua fine ed a quelli che sono stati riservati al Suo cadavere.
Alcuni italiani si sono vendicati di un Capo troppo grande per loro.
Duemila anni orsono per le stesse ragioni venne ucciso Giulio Cesare.


DONO' ALL'ITALIA DOPO TANTI SECOLI UN IMPERO,
AL SUO POPOLO CHE IN LUI SI IDENTIFICAVA
E CHE EGLI SMISURATAMENTE AMAVA
DIEDE PACE SOCIALE, DIGNITA', CONCORDIA E PRESTIGIO.

IDDIO

Accolga il Suo sacrificio e quello dei
Suoi fedelissimi caduti per la Fede e
per la Patria donando Loro
Eterna Pace e Gloria.
Dalla Cripta di San Cassiano
Ara votiva d'Italia
ove finalmente Egli riposa
gli italiani fedeli e memori
elevano un monumento ideale
che attingendo alla passata Gloria
schiantanta dal tradimento e
dalla fatalità degli eventi
si proietta nel futuro
Faro di luce
per tutte le genti.

E Tu onore di pianti avrai
ove sia santo e lagrimanto il sangue
per la Patria versato e fin che il Sole
risplenderà sulle sciagure umane...


sabato 24 aprile 2010

L’ultimo regalo di Loiero e della sinistra.



Come giovani di questa Terra e come militanti politici della Giovane Italia, non possiamo non esprimere il nostro parere riguardo la “discarica per rifiuti speciali non pericolosi dedicata esclusivamente allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto” prevista in località Santa Marina di Scandale.

Non possiamo che esprimere il nostro dissenso nei confronti di questa iniziativa, anche se il 16 Dicembre 2009 la Regione Calabria guidata da Agazio Loiero ha dato il proprio parere positivo insieme all’ispettore ASP di Crotone, al funzionario del Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione, all’ARPACAL di Crotone e al Comune di Scandale.
Il nostro parere negativo non nasce solo dalla presenza di tante aziende, la maggior parte agricole, che si troverebbero in gravi difficoltà qualora dovesse sorgere questa discarica, ma anche dall’iter che ha seguito l’approvazione di questo sito di smaltimento. Nessuno ne era a conoscenza, nessuno sapeva. Nessuno ancora oggi conosce il progetto di questa discarica. C’è stato troppo silenzio intorno a questa vicenda, un silenzio che alimenta sospetti e dubbi.
Esigiamo le giuste risposte alle nostre perplessità:

- Qual è il piano di monitoraggio e controllo del sito interessato?
- Quale sarà l’impatto ambientale?
- Subiranno squilibri le condizioni idrogeologiche?
- Quali danni di carattere economico e di qualità di prodotto subiranno le aziende agricole nei territori limitrofi
   alla discarica?

La vera vocazione della nostra Terra è prettamente di carattere agricolo e turistico e vorremmo vedere iniziative mirate ad incentivare questi di settori.
Pertanto noi ci appelliamo alle Istituzioni chiedendo di escludere la possibilità di autorizzare l’ubicazione nel nostro territorio di ulteriori impianti di trattamento, trasformazione, conservazione e smaltimento di rifiuti di ogni genere o suoi derivati.

Antonello Voce
Dirigente Provinciale
Giovane Italia Crotone

giovedì 22 aprile 2010



Preso atto dalle notizie apparse sulle testate giornalistiche locali circa la realizzazione di una discarica di amianto in loc. Santa Marina di Scandale, il Comitato "NO alla discarica di Giammiglione"

CHIEDE

un incontro urgente con l'Ill.ma S.V. al fine di ottenere chiarimenti in merito alla vicenda.

Fiducioso di un riscontro positivo attendiamo risposta entro 48 ore ai recapiti sotto indicati.

3405146979 / 3280853834

IL DIRETTIVO


mercoledì 21 aprile 2010

Pagine di Storia ... 21 APRILE 753 a.C. NATALE DI ROMA.


21 APRILE 753 a.C.
NATALE DI ROMA


La nascita di Roma si confonde tra storia, mito e leggenda.


Circa mille anni a.C. alcune navi, che da tempo veleggiavano sui mari in cerca di un approdo, giunsero in vista di una terra sconosciuta. Quegli uomini erano i soli riusciti a fuggire dal terribile incendio con cui, dopo una lunga guerra, era stata distrutta la loro città. Apparivano tristi e stanchi, per anni avevano dovuto vagare sui mari alla vana ricerca di un po' di riposo e di un pò di pace...
Ed ecco ora davanti a loro stendersi una terra dall'aspetto sereno e accogliente. Giunsero in un luogo dove c'era un maestoso fiume che irrompeva in mare mescolando le sue tumultuose acque gialle con le onde azzurre. Così quando il capo diede l'ordine, fu con vero entusiasmo che essi si accinsero a sbarcare....
Gli uomini che finalmente poterono toccare terra erano i Troiani, ed erano sbarcati nel Lazio, sulle rive del fiume Tevere guidati dal valorosissimo guerriero Enea. Egli, mentre Troia crollava sotto il furioso assalto dei Greci, era riuscito a trarre in salvo il proprio padre, Anchise, e il proprio figlioletto. Ma il padre era morto durante il lungo viaggio; gli restava solo il figlioletto Ascanio, detto anche Iulo (Julo).
La vita e le imprese di Enea sono mirabilmente narrate nel poema Eneide, scritto da Virgilio, e non verranno rievocate; qui verranno riportati solo gli episodi che porteranno alla fondazione di Roma.


La riva sinistra del fiume Tevere, nei primi anni del I millennio a.C., era una pianura acquitrinosa e malarica che portava al mar Tirreno; all'interno della pianura si innalzavano dei colli con pendici molto scoscese. Qui si erano stabiliti inizialmente gli Italici (di origine indoeuropea) che poi si erano differenziati fra loro formando vari gruppi, tra i quali quello dei Latini. Questi, amalgamandosi gradualmente con le genti indigene, avevano costruito i loro villaggi sulle alture poste fra la riva sinistra del Tevere e i Colli Albani, sia per sfuggire dalla malaria delle paludi, sia per difendersi meglio dalle razzie delle tribù vicine dei Sabini, Equi, Volsci ed Ernici.
Gli usi, i costumi e i valori dei Latini erano molto simili alle popolazioni nordiche da cui discendevano: forza bruta, guerra di rapina, duelli mortali per il comando, culto della virilità, patriarcato assoluto. Adoravano alcune divinità naturali, alle quali innalzavano altari e sacrificavano animali, ma soprattutto veneravano Zeus, la massima divinità degli Arii, dei primi Achei e dei Dori, che chiamavano Juppiter. Il re degli Dei era padrone dei cieli, signoreggiava i fenomeni atmosferici come la pioggia e il fulmine, vigilava sulle vicende umane e manifestava la sua ira per mezzo del tuono. Zeus, però, non si occupava di politica o di guerre, preferendo lasciare queste incombenze ad altre divinità minori, i cosiddetti Dei militari.
Alle feste e ai riti sacri partecipavano gli abitanti di più villaggi, che nel tempo si riunirono dando vita a leghe religiose. Fra queste leghe particolare importanza assunse quella posta sotto la direzione di Albalonga, un villaggio situato presso l'attuale Castelgandolfo. Albalonga divenne infatti il centro di una federazione, istituita inizialmente a scopi religiosi, a cui si aggiunsero in seguito anche scopi difensivi, per cui ebbe presto in seno ai Latini un notevole peso militare e politico.
Nel frattempo sul colle Platino, dove si sarebbe poi sviluppata la città di Roma, c'era solo un agglomerato di misere capanne di legno e fango, con tetti di paglia.
Ma torniamo ad Enea ed ai Troiani. Come si è appena detto, quando questi sbarcarono nel Lazio, questo era popolato da varie popolazioni: gli Etruschi, i Volsci, i Sabini, gli Equi, i Rutuli e gli Ausoni, la cui più importante popolazione, stanziata in un gruppo di città organizzate nel territorio pianeggiante lungo le rive del Tevere, era quella dei Latini. I Troiani vennero subito in contatto con questo popolo e con il loro re, il saggio Latino. Egli li accolse con benevolenza, diede loro ospitalità e, qualche tempo dopo offrì in sposa ad Enea la propria figlia Lavinia già promessa a Turno, re dei Rutuli che scatenò una guerra per vendicare l'offesa ricevuta. Fu una guerra feroce, che si concluse con un lungo duello fra Enea e Turno, finchè quest'ultimo rimase ucciso. Seguì un lungo periodo di pace, durante il quale Enea fondò una città, Lavinium (presso l'attuale Pratica di Mare), in onore della sposa.
Ascanio, il figlio di Enea, diventato grande, fondò a sua volta la città di Albalonga (collocata tra l'attuale Albano e Castelgandolfo), sulla quale regnano lui e poi i suoi discendenti per molto tempo.
Come si è accennato in precedenza, Albalonga (il cui nome deriva da Alba=Bianca Longa=Lunga) diventerà ben presto il centro di una federazione nata prima per scopi religiosi e poi per scopi difensivi, acquistando in seno ai Latini un notevole peso militare e politico.
Molti anni dopo la morte di Ascanio, divenne re di Albalonga il buon Numitore. Egli, però, aveva un fratello invidioso e cattivo di nome Amulio, che avrebbe voluto regnare anch'egli. Per raggiungere il suo scopo, questi fece imprigionare Numitore, gli uccise tutti i figli tranne Rea Silvia rinchiudendola nel Tempio di Vesta e costringendola a farsi sacerdotessa (vestale) e a fare quindi voto di castità.
Amulio poteva, ormai, considerarsi sicuro e tranquillo e sarebbe stato il solo re; fino a quando, però, il dio Marte s'invaghisce di Rea Silvia e la rende madre di due gemelli, Romolo e Remo. Amulio, adirato fece uccidere Rea Silvia a bastonate e, per non avere legittimi concorrenti al trono, ordinò che i due gemelli venissero immediatamente uccisi, ma il servo incaricato di eseguire l'assassinio non ne trova il coraggio e li abbandona in una cesta di vimini alla corrente del fiume Tevere, con la speranza che qualcuno li salvasse.
La cesta nella quale i gemelli sono stati adagiati si arena sulla riva, presso la palude del Velabro tra Palatino e Campidoglio, dove i due vengono trovati e allevati da una lupa. Li trova poi il pastore Faustolo che insieme alla moglie Acca Larenzia li cresce come suoi figli.
Una volta divenuti adulti e conosciuta la propria origine Romolo e Remo fanno ritorno ad Alba Longa, uccidono Amulio, e rimettono sul trono il nonno Numitore. Romolo e Remo ottengono quindi il permesso di andare a fondare una nuova città, nel luogo dove sono cresciuti.
Romolo vuole chiamarla Roma ed edificarla sul Palatino, mentre Remo la vuole battezzare Remora e fondarla sull'Aventino.
E' lo stesso Tito Livio (storico romano nato a Patavium nel 59 a.C. e ivi morto nel 17, autore di una monumentale storia di Roma, gli Ab Urbe Condita libri CXLII, dalla sua fondazione fino al regno di Augusto) che riferisce le due più accreditate versioni dei fatti:


"Siccome erano gemelli e il rispetto per la primogenitura non poteva funzionare come criterio elettivo, toccava agli dei che proteggevano quei luoghi indicare, attraverso gli auspici, chi avessero scelto per dare il nome alla nuova città e chi vi dovesse regnare dopo la fondazione. Così, per interpretare i segni augurali, Romolo scelse il Palatino e Remo l'Aventino. Il primo presagio, sei avvoltoi, si dice toccò a Remo. Dal momento che a Romolo ne erano apparsi il doppio quando ormai il presagio era stato annunciato, i rispettivi gruppi avevano proclamato re l'uno e l'altro contemporaneamente. Gli uni sostenevano di aver diritto al potere in base alla priorità nel tempo, gli altri in base al numero degli uccelli visti. Ne nacque una discussione e dal rabbioso scontro a parole si passò al sangue: Remo, colpito nella mischia, cadde a terra."

"E' piu' nota invece la versione secondo la quale decisero di osservare il volo degli uccelli: avrebbe dato il nome alla città chi ne avesse visti in maggior numero. La fortuna favorì Romolo, il quale prese un aratro e, sul Colle Palatino, tracciò un solco per segnare la cinta della città, che da lui fu detta Roma. Era il giorno 21 Aprile, 753 anni prima che nascesse Gesù Cristo.
La nascita della nuova città segnò, purtroppo, la fine della vita di Remo. Era stato stabilito che nessuno, per nessuna ragione, poteva passare al di là del solco senza il permesso del capo. Ma Remo, invidioso, oppure per burla, lo oltrepassò con un salto e, ridendo, esclamò: - Guarda com'è facile! - Romolo, pieno d'ira, si scagliò contro Remo e, impugnata la spada, lo uccise, esclamando: Così, d'ora in poi, possa morire chiunque osi scavalcare le mie mura e chiunque avesse offeso il nome di Roma. Romolo, rimasto solo, governò la città in modo saggio, poi un giorno, durante un temporale, egli scomparve, rapito in cielo dal dio Marte."

La città è quindi stata fondata sul colle Palatino, e Romolo diventa il primo Re di Roma.


Le versioni storiche vogliono invece leggere la nascita di Roma in altro modo. Secondo quest'ultima la leggenda di Romolo e Remo sulla fondazione di Roma fu ideata quando Roma era già potente e sentiva l'esigenza di un fondatore semidivino che riscattasse le sue umili origini. Per questo dunque fu attribuita un'origine divina ai padri della città: Enea era figlio di Venere e suo figlio Ascanio, detto anche Iulo, diede il nome alla gente Iulia, alla quale appartennero Cesare e Augusto.
In effetti non ci fu un vero atto di fondazione, perchè Roma si sviluppoò sul Palatino come aggregato di capanne di pastori-agricoltori, con boschi, orti, recinti per il bestiame, campi coltivati in comune. Il primo nucleo urbano si formo' probabilmente fin dal II millennio nel luogo dove in seguito sarebbe sorto il Foro Boario, cioè l'area destinata al commercio del bestiame.
Questo primo nucleo con il tempo si ingrandì grazie alla sua posizione strategica: dominava l'ansa del Tevere nel punto in cui l'Isola Tiberina rendeva agevole il guado del fiume alle correnti commerciali tra il nord e il sud dell'Italia, collegando Etruschi e Campani. Sempre in quella zona transumavano le greggi delle pianure tirreniche verso i pascoli estivi dell'interno e vi passava la pista del sale (la futura via Salaria) che dalle spiagge di Ostia veniva portato alle popolazioni appenniniche. Presto, quindi, vi fiorì un ricco mercato di prodotti agricoli, di bestiame e di sale che attiro' sempre piu' le popolazione dell'Italia centrale.
Durante l'VIII e il VII secolo a.C. il villaggio del Palatino si fuse, anche per difendersi soprattutto dagli Etruschi che spadroneggiavano al di la' del Tevere, con i villaggi vicini; l'Esquilino, il Celio, il Viminale, il Quirinale, il Capitolino, mentre l'Aventino dovrà attendere il IV secolo per essere incluso entro la cerchia delle mura. Tutti questi villaggi si riunirono in una lega religiosa il cui ricordo rimase nella festa del settimonzio, un rito celebrato ancora in eta' storica con sacrifici alle divinità sulle alture dei colli meridionali (da saeptimontes = monti chiusi da staccionate o da argini di terriccio). Successivamente questi villaggi si riunirono anche militarmente, soprattutto dopo che sul Quirinale si erano insediati i Sabini scesi dall'entroterra appenninico per garantirsi il guado del Tevere e la possibilita' di accesso alle saline.
Attraverso questo processo di amalgama si formò Roma, che diventò pian piano una vera e propria città, munita di un valido sistema difensivo, sotto il comando di un re, affiancato dagli esponenti delle più importanti famiglie. La fisionomia della citta' allora si trasformò: vennero tracciate strade, costruite case e quartieri, innalzati templi ed edifici pubblici, ampliate le mura.
Si sviluppò, sempre in questo periodo, l'artigianato, si incrementarono i commerci, furono accolti gli stimoli della più progredita civiltà etrusca.
Per quanto concerne la data della fondazione di Roma anche su questa regna il mistero.
Secondo il letterato romano Marco Terenzio Varrone (Rieti, 116 a.C. – 27 a.C.), sulla base di calcoli effettuati dal suo amico astrologo Lucio Taruzio (anche conosciuto come Lucio Tarunzio Firmano, nato a Fermo nel I secolo a.C. - ...), Romolo avrebbe fondato Roma il 21 aprile 753 a.C. (Natale di Roma).
Da questa data deriva la cronologia romana definita con la locuzione latina Ab Urbe Condita, ossia dalla fondazione della città. Sembra che Bonifacio IV, vissuto intorno al 600 d.C., fosse il primo a riconoscere un collegamento tra questo tipo di datazione e l'Anno Domini, cioè A.D. 1 = AUC 754.
La correttezza del calcolo di Lucio Taruzio tuttavia non è mai stata provata in modo scientifico. Ed è sempre a Taruzio che si deve una presunzione di data di nascita di Romolo, che, secondo i suoi calcoli, doveva essere nato il 23 settembre dell'anno successivo alla seconda olimpiade, nel 771 a.C. in coincidenza con una eclissi di sole; datazione che fu ritenuta comica dal suo contemporaneo Marco Tullio Cicerone (Arpinum, 3 gennaio 106 a.C. – Formia, 7 dicembre 43 a.C.).


Durante il ventennio fascista al "Natalis Urbis" fu data una forte connotazione simbolica:

una sorta di sacralità del culto di Roma che doveva “esaltare i fasti della rinnovata e purificata nazione Italiana”. Il 21 aprile, era festa nazionale del Lavoro e della Nazione, divenne l’occasione sia per esaltare la memoria della grandezza passata, che per mostrare i progressi, i grandi lavori, i progetti faraonici, le similitudini con la Roma imperiale che Mussolini vedeva nel compimento del suo progetto della Grande Roma. Così, a partire dal 1926, ai festeggiamenti classici (come l’illuminazione dei monumenti storici più significativi) furono affiancate cerimonie solenni (quali le sfilate delle scolaresche romane tra i monumenti dell’antica Roma e i ludi classici di attività fisica dei giovani) e soprattutto, provvedimenti e inaugurazioni a favore della città. Il Natale di Roma diventò per il Governo ed il Governatorato una sorta di “vetrina” nazionale ed internazionale della propria attività “modernizzatrice”, la data nella quale inaugurare scuole, edifici pubblici, nuove strade, interventi archeologici e di recupero del patrimonio artistico. Tra i tanti si ricordano la fruizione pubblica di Villa Aldobrandini, Villa Celimontana e del Colle Oppio, i lavori per liberare il Teatro di Marcello, la sistemazione del colle capitolino e della zona del Velabro, la pavimentazione della Piazza del Campidoglio.
Con lo scoppio e il proseguire della II Guerra Mondiale le celebrazioni divennero necessariamente più sobrie e sempre più sporadiche. E si indirizzarono esclusivamente sul carattere accademico e culturale. Se nel 1942 si tenne in Campidoglio l’adunanza generale dell’Accademia d’Italia, il 21 aprile 1943, mentre i capolavori e i monumenti del Campidoglio venivano messi “in sicurezza” (la statua di Marco Aurelio fu sistemata nel Tabularium, per ritrovare il suo posto al centro della piazza il 27 aprile 1945), scrittori e “romanisti”, tra cui Trilussa, Luciano Folgore, Silvio D’Amico, Aldo Fabrizi e Aristide Capanna, furono invitati nella redazione di Capitolium, ospitata allora nel palazzetto della Farnesina ai Baulari, ora sede del Museo Barracco. A fare gli onori di casa il direttore Lido Caiani e il comitato di redazione, tra cui spiccava il nome di Giuseppe Ceccarelli, meglio noto come Ceccarius.
Dopo la guerra civile e la nascita della Repubblica italiana, il Natale di Roma si liberò dell’esaltazione e della che fecero, per oltre vent’anni, del 21 aprile il simbolo più evidente di «quell'Italia romana ed imperiale».
La commemorazione si limitò soltanto al ricordo della fondazione della cittàsenza ulteriori valenze o specifici significati politici, del momento da dedicare allo studio e approfondimento della ricchissima, a volte poco conosciuta, storia dell’Urbe.





Questa sera alle 18:00
nella sede della Prociv "Ausilia" di Scandale si riunirà
il Comitato "NO alla Discarica di Giammiglione"
per discutere sulla questione
della nascente discarica di amianto
in località Santa Marina (Corazzo).

Discarica di Amianto loc. Santa Marina Scandale - LA VICENDA

da il crotnese.it



Discarica a Scandale per smaltire l'amianto
sabato 17 aprile 2010


La Regione Calabria ha espresso giudizio di compatibilità ambientale favorevole e ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) per la realizzazione di una “discarica per rifiuti speciali non pericolosi dedicata esclusivamente allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto” nel comune di Scandale, in località Santa Maria. Il decreto è del 22 febbraio scorso e reca la firma del dirigente generale Giuseppe Graziano e del dirigente di settore Rosanna Squillacioti del Dipartimento Politiche dell’ambiente.
È stata la ditta Ecolsystema srl a chiedere, nel maggio 2009, l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale e il rilascio dell’autorizzazione integrale ambientale per la discarica che accoglierà rifiuti contenenti amianto per un volume di circa 450 mila metri cubi. A gestire l’impianto sarà la stessa ditta fermo restando il rispetto delle condizioni, i valori limite di emissione e le prescrizioni gestionali contenute nell’Aia e nel Piano di monitoraggio e controllo. Il progetto ha incassato, infatti, i pareri favorevoli con prescrizioni del Nucleo Via – Vas – Ippc, del Comune di Scandale, dell’Asp di Crotone, del Dipartimento Agricoltura foreste e forestazione riguardo il rischio idrogeologico. Spetterà poi all’Arpacal, in base all’articolo 11 del decreto legislativo 59/2005, verificare la conformità dell’impianto accertando il rispetto delle condizioni dell’Aia, la regolarità delle misure di prevenzione dell’inquinamento, gli obblighi di comunicazione da parte gestore in caso di incidenti che potrebbero compromettere lo stato di salute dell’ambiente circostante.
Quello di Scandale è il primo impianto autorizzato allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto nella provincia di Crotone. Fino ad oggi, infatti, smaltire questa tipologia di rifiuto è stato molto oneroso, soprattutto in termini di trasporto, sia per le società che intervengono nelle operazioni di bonifica che per i cittadini. Non a caso l’abbandono di rifiuti contenenti amianto è diventata una norma nel nostro territorio, con tutti i rischi per la salute che può comportare la fibra del minerale se abbandonato a cielo aperto e in cattivo stato di conservazione.
Il Piano provinciale dei rifiuti, sebbene non abbia ancora recepito il Piano regionale del 2007, evidenzia la necessità di prevedere “la realizzazione di un impianto dedicato, almeno per far fronte alla domanda provinciale”. Nello stesso Piano regionale è scritto che la Calabria “dovrà prevedere almeno tre discariche con precise caratteristiche geologiche per il conferimento di manufatti in cemento-amianto, al fine di ridurre i costi di trasporto”.
L’impianto che gestirà la Ecolsystema srl è di piccole dimensioni e, sperando che non diventi luogo di smaltimento per l’amianto di tutta la Calabria, come in passato lo è stato per altre tipologie di rifiuti, il territorio crotonese dovrebbe far fronte alle proprie esigenze, o meglio essere autosufficiente secondo i canoni del Piano dei rifiuti, evitando che coperture e serbatoi vari, in stato di degrado, vengano abbandonati sia in città che nelle strade di campagna con danni all’ambiente e alla salute della popolazione.
Rosa Bilotta, responsabile del Servizio ambiente dell’Asp sostiene che “gli effetti dannosi dell’amianto sulla salute sono noti e il problema deve essere affrontato, se la produzione di manufatti in amianto è ormai bandita, rimane il problema della bonifica e della messa in sicurezza”. “Al momento la procedura di smaltimento in discarica – evidenzia la Bilotta - è la soluzione allo smaltimento illegale e abusivo perché se l’amianto contenuto nei rifiuti è friabile aumenta la pericolosità per l’ambiente e la salute umana, è necessario, dunque, innescare un obiettivo virtuoso puntando alla gestione del rifiuto nel nostro territorio per eliminare le discariche abusive e l’abbandono illegale”.

MARIA ROSARIA PALUCCIO

La Giovane Italia di Scandale
con chiarezza e fermezza
esprime il suo
NO
 a questa discarica!

lunedì 19 aprile 2010

COMPOSIZIONE DELLA NUOVA GIUNTA REGIONALE.



Presidente
Giuseppe Scopelliti
(Sanità ed altro)

ASSESSORI

 
Antonella Stasi
(vicepresidente)

Giuseppe Gentile
(Infrastrutture e Lavori pubblici)

Pietro Aiello
(Urbanistica)

Giacomo Mancini
(Bilancio, programmazione e fondi europei)

Domenico Tallini
(Personale)

Francescantonio Stillitani
(Lavoro, formazione prof. politiche sociali)

Michele Trematerra
(Agricoltura)

Francesco Pugliano
(Ambiente)

Mario Caligiuri
(Cultura e beni culturali)

Antonio Caridi
(Attività produttive)




Buon Lavoro!

venerdì 16 aprile 2010

CIAO RAIMONDO...





E' venuto a mancare il grande Raimondo Vianello, volontario della Repubblica Sociale Italiana. Nel 1945 fu detenuto nel Campo di Concentramento Alleato di Coltano insieme ad Ezra Pound, Walter Chiari, Enrico Maria Salerno, Mirko Tremaglia e molti altri. Grande Comico, Grande uomo di spettacolo...
GRANDE UOMO!

DAL CORRIERE DELLA SERA 21/01/1998 -
RAIMONDO VIANELLO DIFESE I GIOVANI DI SALO'!

LO SHOWMAN SUL SETTIMANALE "LO STATO" E Raimondo Vianello difende i giovani di Salò MILANO - "Non rinnego nè Salò, neè Sanremo". Questo il titolo di un'intervista a Raimondo Vianello sul settimanale "Lo Stato" diretto da Marcello Veneziani. Lo showman parla del Festival di Sanremo, di televisione. Poi la domanda politica: "Che ne pensa del revisionismo storico di Fini sulla Repubblica di Salò alla quale lei aderì?". Replica Vianello: "I giovani che sono andati a Salò erano spinti dall'idea di non abbandonare la battaglia. Anche se destinati a perdere, già la consapevolezza della sconfitta conferisce un forte dolore a quegli ideali. Per cui condannare in toto questo capitolo storico non mi sembra giusto. Si può dire che il fascismo è stato un regime dittatoriale anche perchè imborghesendosi ha tradito le sue origini socialiste, mentre a Salò si tentò di dare nuove norme sociali partendo già dal nome Repubblica Sociale. Quei giovani dovrebbero essere più rispettati se non altro per i loro ideali ispiratori. Morti ce ne sono stati da tutte e due le parti, ma chi è andato su, sapeva di finire male. Non va abiurato". Una parte di questa dichiarazione è stata, ieri, anticipata dalle agenzie. E Vianello si stupisce. Al Corriere commenta: "Non mi pare di aver dichiarato nulla di sconvolgente. Ho voluto solo dire che molti giovani sono andati a Salò in buona fede, solo per tener fede alla parola. Non per vincere la guerra, ma perchè avevano degli ideali. Per questo vanno rispettati. Ciò che invece va rinnegata è l'esperienza di regime, la dittatura. Del resto - conclude Vianello - perfino il Presidente della Camera Violante ha lanciato un messaggio di apertura e distensione verso la questione Salò. Disse proprio: "Nella lacerazione fascismo - antifascismo deve restare l'identità degli uni e degli altri, però gli eredi di entrambi devono avere oggi un atteggiamento reciproco molto rispettoso. Non bisogna usare la memoria vendicativa come arma contro i nemici di ieri o i loro eredi di oggi".


ADDIO RAIMONDO! ONORE A TE!

mercoledì 14 aprile 2010

Nuovo codice dei visti Schengen.

 
Da lunedì 5 aprile è entrato in vigore il nuovo codice dei visti Schengen, che armonizza la legislazione e le procedure in tutti i 25 stati che fanno parte dell'area, riducendo l'attesa e i costi dei cittadini di paesi terzi che ne facciano richiesta. "Ottenere un visto UE sarà più rapido", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissario per gli Affari interni.

Il regolamento, che riguarda 22 stati membri Ue (tutti tranne Gran Bretagna e Irlanda e al momento Bulgaria, Romania e Cipro) più tre Stati associati (Norvegia, Islanda e Svizzera) "garantirà che la normativa europea sui visti venga applicata in modo armonizzato" in modo che "le condizioni per il rilascio dei visti per lo spazio Schengen ai cittadini di paesi terzi diventeranno più chiare, più trasparenti e più eque", ha affermato Malmstroem.
La nuova normativa prevede innanzitutto una riduzione dei costi: 60 euro di diritti di visto per tutti, tranne per i bambini dai 6 ai 12 anni per cui sono stati abbassati a 35 euro e per i cittadini di paesi terzi che hanno un accordo di facilitazione con l'UE. Anche i tempi si accorciano e diventano più certi: due settimane massimo per chiedere il visto e 15 giorni di calendario per ottenere una risposta, che in caso di rifiuto dovrà d'ora in poi sempre essere motivata.
Il visto Ue sarà d'ora in poi unico e cade quindi la precedente distinzione in visto di 'transito' e visto di 'soggiorno'. Il nuovo visto permetterà di restare nel paese per un totale di 90 giorni su un arco temporale di 6 mesi. Allo stesso tempo, i detentori di un visto di lunga durata d'ora in poi avranno il diritto di muoversi alle stesse condizioni di chi ha un permesso di soggiorno negli altri paesi Schengen per 90 giorni in un qualunque arco temporale di 180 giorni.

Trattato di Schengen.

Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

martedì 13 aprile 2010

Comuni, il Pdl strappa anche la rossa San Giovanni in Fiore.


Soddisfatto il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, che nel commentare il risultato sui ballottaggi ha parlato di «un onda lunga per il centrodestra che conquista 3 comuni»


L'unico capoluogo calabrese in cui si è votato, Vibo Valentia, è andato al centrodestra con Nicola D'Agostino che ha conquistato la guida di Palazzo Luigi Razza con il 59.25% (D'Agostino è stato appoggiato anche dai candidati sindaci Antonino Daffinà (Udc) e Nicolino La Gamba (Patto per il Vibonese). Il suo avversario, Michele Soriano, appoggiato dal centrosinistra si è fermato al 40.74%.


A Lamezia Terme si conferma alla guida del comune il sindaco uscente Gianni Speranza (PD) con il 65,40% mentre la sua antagonista Ida D'Ippolito (Pdl) si è fermata al 34.60%.

Ad Acri Gino Trematerra (Udc) batte con il 57,23% delle preferenze lo sfidante Giacomo Cozzolino (Pd) che si ferma al 42,76%.

A Gioia Tauro la vittoria finale è andata a Renato Bellofiore che ha ottenuto il 51,53% delle preferenze contro il 48,46% raggiunto da Umberto Pirilli.

Infine a San Giovanni in Fiore il primo cittadino è Antonio Barile del Pdl che espugna "la roccaforte del centrosinistra", come è stato definito San Giovanni in Fiore dalla parlamentare Iole Santelli, battendo Giuseppe Belcastro.

«Il centrodestra conquista tre comuni nel ballottaggio e conferma un radicamento territoriale che lascia presagire un’onda lunga del consenso registrato alle elezioni regionali». Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. «La coalizione - dice Scopelliti - vince a Vibo Valentia, nell’unico capoluogo di provincia chiamato alle urne, e consolida la sua presenza in centri di importanza strategica. Particolarmente significativo il risultato di San Giovanni in Fiore,da sempre feudo rosso e considerata dagli osservatori politici una sorta di Bologna del Sud. Mi ero reso conto mercoledì scorso, dalla partecipazione convinta di migliaia di persone al comizio di chiusura con Antonio Barile, che questa frontiera politica da sempre monolitica avrebbe ceduto alla voglia di rinnovamento della popolazione. I cittadini hanno ben compreso come il governo scialbo registratosi in tutti questi anni meritasse scelte di profonda discontinuità. Lo stesso discorso vale per Acri realtà comprensoriale che esprime forti bisogni di governabilita. Dispiace per il risultato di Lamezia Terme, dove la sen. Ida D’Ippolito si è spesa con entusiasmo e abnegazione, e per Gioia Tauro, con l’on. Pirilli che ha lavorato bene. Il risultato dei ballottaggi rappresenta per il centrodestra è un ulteriore passo avanti nel rapporto diretto con la cittadinanza».

Fonte: il Quotidiano della Calabria.

Vignetta di Staino sull'Unità: vogliono Berlusconi morto.


Gioca sulla tragedia polacca e augura al governo italiano la stessa fine. All'opposizione resta solo il malocchio.


Qui ormai ci vuole uno psicanalista, ma uno di quelli bravi. L’antiberlusconismo non è più un’identità politica o l’ultima ideologia dell’intellighentia post comunista. Non è una strategia spesso perdente. È un’ossessione. È come la megamamma di Woody Allen. È il sesso per Freud o per la Chiesa. È come chi sogna ogni notte di volare e poi precipitare. È un incubo mai digerito. Per queste cose non ci sono vie d’uscita: o vai dall’esorcista o finisci su un lettino a raccontare la tua infanzia. È una psicopatologia radical chic.


La fase più acuta di questa malattia si caratterizza con il desiderio di morte verso la fonte dell’ossessione. La vignetta di Staino su l’Unità va oltre la satira. È agghiacciante. Gioca con la tragedia polacca e augura la morte a quello che non è più un avversario politico. È il nemico. È l’uomo che deve morire. La scena è questa. Bobo dice alla figlia: «Novantasei membri del governo polacco spariti in un colpo». E Ilaria risponde: «La solita storia: a chi tutto e a chi niente». Perfino ovvio il riferimento al governo Berlusconi. Non è una sbavatura di cattivo gusto. Non è che questa volta Staino ha esagerato lasciando che la matita prendesse il sopravvento, un errore, una gaffe.

Quella vignetta esprime esattamente ciò che voleva dire: speriamo che il governo italiano faccia la fine di quello polacco. La prova è che la «politicamente corretta» Concita De Gregorio, che di solito si mette le mani davanti agli occhi ad ogni minima volgarità, sente il dovere di spiegare nel suo «filo rosso» domenicale la scelta di pubblicare la vignetta. E lo fa come chi durante un funerale sussurra: dài, prendiamola a ridere. Scrive: «Un sorriso anche nella tragedia: si può. Anzi, si deve: trovare ovunque un sorriso, un respiro». Non c’è dubbio: qui serve lo psicanalista.

Questa sinistra incarognita e incattivita sta aspettando che la morte li liberi dallo loro ossessione. E sopravvive nell’attesa del grande evento, sgranando il rosario, contando i giorni, come una sorta di apocalisse «libera tutti». Molti di loro hanno fissato l'appuntamento per il 2013, come se quella data di fine legislatura sia una sorta di profezia Maya, quel 2012 evocato al cinema. La fine del berlusconismo come la fine del mondo. C’è qualcosa di messianico, da setta catacombale, in questo sentimento. All’inizio faceva sorridere, ora comincia a sembrare un po’ troppo paranoica. Esagerata. La satira come malocchio, come fattura, come maleficio non fa ridere. Non graffia. È l’ultima risorsa dei disperati. Ricorda quei poveretti che vanno dalla fattucchiera, dall’imbonitrice tv, per far crepare il vicino di casa. Se questa è la ricetta politica dell’opposizione è davvero meschina.

L’impressione è che la sinistra non sappia andare oltre una sola singola idea: eliminare il Cavaliere di Arcore. Questo chiodo fisso sta cancellando tutta la storia della sinistra. La sta abbrutendo. Non ci sono più idee, ideali, scenari, voli, soluzioni a problemi pratici. Non ci sono più leader. Non c’è più carisma. C’è solo l’odio verso Berlusconi. È come se un’identità e una tradizione politica si fosse accartocciata intorno alla sua maledetta ossessione. Da quanto tempo non si sente nel Pd e dintorni un ragionamento, una battaglia, un orizzonte che non tiri in ballo lui, Berlusconi? Impossibile. Quindici anni a rodersi il fegato. Sempre peggio e questo ultimo anno è la conferma. Tutti gli sforzi culturali, politici e mediatici si riducono a questo. Ci hanno provato con lo strumento sano e legittimo del voto. È andata male. Sconfitti alle Politiche con Veltroni, stracciati alle Europee, battuti alle Regionali. È deludente, magari frustrante, ma in democrazia capita.

Hanno sperato nella scossa, nelle veline, nelle escort, nel terremoto, nelle feste di Casoria, nel divorzio, in Spatuzza, nel sangue di piazza Duomo, nei panini fuori orario e i pasticci delle liste. Niente. Tutti gli assalti, tutte le trappole sono andati a vuoto. Eccola l’ossessione. Berlusconi sembra invincibile. Non resta che fare affidamento sul fato, sulla maledizione degli aerei, sulla rivincita che arriva dal cielo. Questo è quello che racconta la vignetta di Staino. Il vecchio Bobo meritava un finale migliore.

di Salvatore Tramontano
Il Giornale.it

lunedì 12 aprile 2010

INCENTIVI: al via dal 15 aprile.


Da giovedì 15 aprile i consumatori e le imprese potranno cominciare ad acquistare i prodotti con gli incentivi.


I cittadini e le imprese avranno a disposizione un call center, che sarà gestito dalle Poste, per ottenere tutte le informazioni pratiche necessarie: numero verde 800 123 450 da rete fissa e 199 123 450 da rete mobile.

I consumatori, per ottenere lo sconto, dovranno rivolgersi direttamente al rivenditore chiedendo di poter utilizzare l'incentivo. Il rivenditore verificherà prima la capienza dell'incentivo, in quanto c'è un tetto dei fondi a disposizione per ciascuna delle misure decise dal consiglio dei ministri, che diverrà uno sconto sul prezzo d'acquisto. Il rivenditore recupererà poi l'incentivo presso gli sportelli delle Poste. Per l'acquisto di immobili è prevista la certificazione di efficienza energetica da parte dell'Enea.

Ecco, voce per voce, tutti gli sconti.

Motocicli. Lo sconto è del 10% del prezzo, fino ad un contributo massimo di 750 euro, di acquisto per motori fino a 70 kw e senza limiti di cilindrata. Il bonus raddoppia (20% di sconto fino ad un massimo di 1.500 euro) se si acquista una due-ruote elettrica.

Cucine. Lo sconto del 10% del prezzo, fino ad un massimo di 1.000 euro, è previsto per le cucine componibili complete di elettrodomestici efficienti.

Elettrodomestici. Vale per lavastoviglie, cucine da libera installazione, cappe, forni elettrici, scaldacqua a pompe di calore, stufe. Lo sconto sarà del 20% del prezzo di acquisto e il contributo massimo vara da 80 a 500 euro a seconda del prodotto.

Eco-case. Lo sconto è per l'acquisto di nuovi immobili ad alta efficienza energetica (classe A e B). Il contributo è per un importo pari a 116 euro al metro quadrato, con un massimo di 7.000 euro, per la classe A e 83 euro al mq, con massimo di 5.000 euro per la classe B.

Internet giovani. Ci sarà un contributo per i giovani che acquistano nuovi pacchetti Adsl.

Rimorchio e semirimorchi. Il contributo è di 3.000 euro per rimorchio con Abs e di 4.000 euro con Abs+Esp.

Macchine agricole. Lo sconto previsto e' del 10% ed è legato ad un pari sconto da parte del concessionario.

Gru. Per l'acquisto di gru a torre per l'edilizia è prevista una riduzione del 20% del prezzo con un contributo massimo di 30.000 euro.

Inverter. Il contributo è pari al 20% del prezzo di acquisto e va dai 40 ai 200 euro a seconda del prodotto e vale anche per mortori ad alta efficienza, batterie per il rifasamento, Ups.

Nautica. Se si vuole acquistare motori fuoribordo o stampi per scafi si potrà avere uno sconto del 20% del prezzo di acquisto, con un contributo massimo di 1.000 euro per i motori fuoribordo.

Da tessile a emittenti tv, gli altri settori. Previsto un sostegno fiscale per la realizzazione di campionari tessili; per questo vengono stanziati 70 milioni. Con 50 milioni verranno infine poi assegnati dei contributi al settore aeronautico, all'emittenza televisiva locale, all'Agenzia per la sicurezza nucleare e per la realizzazione di un prototipo innovativo di nave multiuso per le emergenze.

Risorse da lotta evasione. Per recuperare parte delle risorse da dedicare agli incentivi, l'Agenzia delle Entrate collaborerà con le amministrazioni pubbliche per il recupero di crediti d'imposta concessi ma illegittimamente fruiti. E' quanto prevede la parte fiscale del decreto incentivi. Sono previste anche misure per la riduzione del contenzioso tributario e l'accelerazione nella riscossione di imposte. C'è poi una parte che riguarda il contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali effettuate con i cosiddetti 'caroselli' e 'cartiere' (forme di evasione fiscale realizzate attraverso fatture false). A questo scopo, i soggetti passivi di Iva devono comunicare all'Agenzia delle Entrate tutte le operazioni di cessione di beni e servizi verso operatori economici residenti in Paesi appartenenti alla cosiddetta 'black list' (paradisi fiscali). Al fine di contrastare frodi fiscali internazionali, le Camere di commercio comunicheranno ogni dato in loro possesso relativo a trasferimento all'estero della sede da parte di aziende.

Tabella degli incentivi.

Giovane italia
circolo "Giorgio Almirante"

mercoledì 7 aprile 2010

Finanziamento progetti a favore della famiglia.


Pubblicato il bando (Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 70 del 25 marzo 2010) per il finanziamento di nuovi progetti finalizzati alla realizzazione di iniziative a favore delle famiglie.

Ogni progetto selezionato riceverà un contributo finanziario pari a 180.000 euro.
Una parte dei contributi è riservata ai quei progetti che affronteranno nello specifico la lotta alla povertà e all'esclusione sociale delle famiglie.
I progetti potranno essere presentati da soggetti privati, comunque denominati, che svolgono la loro attività prevalentemente nel campo delle politiche familiari. Sono escluse dalla partecipazione le persone fisiche, i partiti, i sindacati, e tutte le associazioni facenti capo o comunque affiliate a partiti politici o sindacati.
Le domande di partecipazione al finanziamento dovranno essere inviate entro e non oltre il 24 maggio 2010 tramite raccomandata con ricevuta di ritorno a:

Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per le politiche della famiglia
Via della Mercede, n.9
00187 Roma

Sulla busta chiusa, contenente la documentazione utile alla partecipazione, dovrà essere apposta la seguente dicitura "Contributi finanziari per progetti a favore delle famiglie - anno 2010" .

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere alla casella email:
contributifamiglie2010@governo.it

Testo del bando

Guida alla compilazione delle domande


Giovane Italia
circolo "Giorgio Almirante"

domenica 4 aprile 2010

LA GIOVANE ITALIA
AUGUARA A TUTTI VOI
UNA FELICE E SERENA PASQUA
IN CRISTO GESU'.

BUONA PASQUA